lunedì 21 dicembre 2009


A DICEMBRE LE AZIONI SONO SALITE AL 56,2% DEI PORTAFOGLI GESTITI IN CRESCITA RISPETTO AL 55,3% DI NOVEMBRE.

Un sondaggio condotto dalla Reuters   mostra che gli investitori hanno ridotto obbligazioni e cash nel mese di dicembre e hanno portato l'esposizione in titoli azionari al 56,2% ancora sotto la media dilungo termine che si attesta al disopra del 59%; il sondaggio è stato condotto presso 50 società d'investimento in America, Europa, Inghilterra e Giappon. L'investimento obbligazionario che comprende sia i titoli governativi che societari sono calati a 33,8% rispetto al 34,7% del mese scorso mentre la liquidità è calaa del 4,4% rispetto al 4,5% del mese di novembre.

IL MONEY MANAGEMENT: ALLA BASE DEL SUCCESSO IN BORSA.

"Il segreto del successo in Borsa: il Money Management", con queste parole Larry Williams sintetizza l'importanza del controllo del rischio; è ormai opinione comune e  tutti  concordano nel ritenere   il  controllo del rischio e delle perdite come l'aspetto fondamentale dell'investimento azionario;   a partire da grossi investitori  come Warren Buffett("La regola numero uno negli investimenti è mai perdere soldi. La regola numero due è mai dimenticarsi della regola numero uno") , Jim Rogers("Il mio consiglio è non perdere soldi"), Tudor Jones ("Io penso sempre alla perdite come l'opposto del guadagna. Non focalizzarti solo sui guadagni, ma concentrati sulla protezione del tuo capitale"), Marty Schwarz ("Io mi preoccupo, in assoluto di più, del controllo del rischio. Impara a gestire le perdite. L'aspetto più importante per guadagnare soldi è non lasciarsi sfuggire di mano il controllo delle perdite") e l'elenco potrebbe continuare. 
Quando ci si avvicina alla borsa il primo pensiero va alla ricerca di un sistema d'investimento capace di generare profitti e parafrasando Monroe Trout la gestione del rischio fa la differenza:"Se lei avesse un metodo d'investimento profittevole, allora la corretta  gestione del rischio farà la differenza tra il successo e il fallimento" o come in maniera rude ma efficace stigmatizza Tom Baldwin: "Lei deve ingoiare il suo orgoglio ed uscire dalla perdite". 
La maggior parte degli investitori è alla ricerca del trading system infallibile che  possa individuare il titolo che da lì a poco  permetterà guadagni sensazionali, ma è deludente constatare che nessuna    importanza viene dedicata alla gestione del rischio della posizione assunta. Evidentemente non è ancora del tutto chiaro che  per recuperare grosse perdite come può essere una del 50% bisogna poi guadagnare più del 100% per ritornare al capitale inizialmente investito e per una perdita del 75% un guadagno del 300%.( Il calcolo del guadagno necessario  per recuperare il capitale si effettua sulla base di questa formula: RP = 100/ (100 - P) * P, dove RP è la performance necessaria per ritornare al punto di pareggio, mentre P è la percentuale di perdita registrata.)
Il money management comprende l'analisi  di due elementi  inscindibili fra di loro:  il risk management ("gestione del rischio") e il position sizing. Il  primo analizza il rischio legato alla posizione assunta sul mercato; il secondo  ci indica con quanto capitale entrare per ogni trade aperto sul mercato e come ripartirlo nei vari asset di portafoglio. Un elemento da non sottovalutare per chi opera con strumenti derivati come futures ed opzioni è il giusto livello di capitalizzazione per poter affrontare al meglio il rischio assunto con strumenti caratterizzati da una forte volatilità.

DOLLARO, MATERIE PRIME E MERCATI AZIONARI ALL'UNISONO IN SALITA.


Sono oramai due mesi che si assiste ad un apprezzamento del dollaro, delle materie prime e dei mercati azionari; i timori assolutamente legittimi di qualche mese fa di   un inevitabile rafforzamento del dollaro e uno speculare crollo dei mercati, sembra al momento scongiurato;è il primo apprezzamento simultaneo a partire dal 2008 e riflette una maggiore fiducia nell'economia americana e la consapevolezza che la Fed possa iniziare a drenare parte della liquidità utilizzata per contrastare la peggiore recessione degli ultimi 50 anni. L'Us Dollar Index, la media geometrica ponderata del  valore del dollaro rispetto ad un paniere di valute(euro, con peso del 57,6%; yen giapponese, con peso del 13,6%; sterlina, con peso 11,9%; dollaro canadese, con peso 9,1%; corona svedese, con peso 4,2% e franco svizzero con peso del 3,6%), ha perso poco più del 4% nel corso di quest'anno ma da fine ottobre ha messo a segno un recupero di circa il 2% senza minimamente intaccare le performance del principale indice azionario e delle materie prime; l'SP500 è in recupero di circa il 6% e il CRB index di circa il 2%; i tre indici non crescevano all'unisono nel medesimo trimestre dal 2005.

venerdì 18 dicembre 2009

CHART OF THE DAY :UN DECENNIO DIFFICILE.


Chart of the Day  fa una rapida  disamina dell'ultimo decennio che come ben evidenzia il grafico è stato decisamente difficile; si parte dalla grande utopia dei titoli internet  che nell'anno  2000 ha innescato una fase discendente di una notevole violenza e che ha portato il   Nasdaq, dai massimi a circa 5000 punti ,a perdere poco più dell'80% in circa 2 anni e mezzo. Negli anni successivi, il mercato ha iniziato una fase di consolidamento a cui è seguito un quinquennio di costante ripresa del mercato azionario in parte grazie alle famose innovazioni finanziarie di cui si avrebbe fatto volentieri a meno e in particolare i cosiddetti mutui ninja erogati a contraenti senza reddito, senza lavoro e senza alcun risparmio. Quando quelle innovazioni finanziarie hanno diabolicamente mostrato i propri limiti siamo andati molto vicini alla catastrofe globale; negli ultimi nove mesi il Nasdaq ha iniziato una fase positiva anche se il ritmo di apprezzamento è decisamente in rallentamento e al momento è a contatto delle resistenze. Insomma, tutto sommato veramente un decennio difficile.

mercoledì 9 dicembre 2009

IL RAFFORZAMENTO DEL DOLLARO NASCONDE I TIMORI DI UN INNALZAMENTO DEI TASSI??


Nonostante gli innumerevoli tentativi di lasciare alle spalle quota 1,51 sembra che il declino del dollaro possa essere giunto alla fine; le crescenti preoccupazioni sulla situazione economica che non finisce di offrire situazioni allarmanti(vedi Dubai World e la situazione del debito  greco) e il diffuso scetticismo sulle sorti del mercato  azionario stanno riconsegnando al dollaro  la sua funzione di moneta rifugio. 
 Come era prevedibile il rafforzamento del dollaro ha avuto un impatto negativo sulle azioni e sulle materie prime  e se le incertezze dovessero aumentare è ovvio attendersi un ritorno al dollaro  e ai titoli di stato; vanno in questa direzione le decisioni dell'agenzia internazionale Standard & Poor's di abbassare il rating sul debito della Grecia e di aver rivisto l'outlook della Spagna da stabile a negativo anche se confermando allo stesso tempo il rating AA+(mentre Moody's conferma  il rating AAA e  l'outlook stabile); non si escludono revisioni  anche per l'America e l'Inghilterra . 
Non tranquillizza poi la crisi a Dubai dove la rinegoziazione del debito potrebbe anche includere la vendita degli innumerevoli asset che l'Emirato possiede in Europa. A peggiorare la situazione c'è un’altra società statale dell’emirato di Dubai che finisce sotto pressione a causa delle difficoltà del conglomerato Dubai World a onorare i suoi debiti. Si tratta di un gruppo coperto da garanzie pubbliche: la Dubai Electricity and Water Authority, l’unica società fornitrice di servizi multiutility nell’emirato
Se l'economia dovesse poi alla fin fine rilevarsi migliore di quanto si aspetti, un dollaro forte anticiperebbe  un prossimo   intervento della Fed sui tassi. 
Dal punto di vista tecnico , l'indice più rappresentativo del mercato americano non presenta novità di rilievo; resta ancora saldamente nel  trading range 1085-1110 e complice l'avvicinarsi delle festività non è da escludere che possa continuare  a restarci.

martedì 8 dicembre 2009

WHITNEY MEREDITH RICONFERMA LA VIEW PESSIMISTA: IL GOVERNO E' A CORTO DI PROIETTILI .

"I think they're out of bullets," sono le parole testuali di Meredith Whitney, nel riconfermare la sua view pessimistica (vedi post del 17 novembre u.s.) sulle reali prospettive di recupero dell'economia. L'analista punta il dito sulle onnipresenti difficoltà di accesso al credito che mano a mano stanno ("getting kicked out of the financial system") cacciando via il consumatore dal sistema finanziario e che perdureranno anche nel 2010; le preoccupazioni sono maggiori proprio in considerazione che con i tassi vicini allo zero, le banche non stanno facendo il loro mestiere classico, e nel mese di ottobre, per il nono mese successivo, il ricorso al credito è diminuito dell'1,7% su base annua. L'analista prosegue rimarcando che le difficoltà di accesso al credito riguardano anche quei consumatori ampiamente solvibili e se si pensa che il 70% del pil è composto dalle spese dei consumatori, non c'è da essere allegri per il futuro; non sono risparmiate critiche pesanti all'amministrazione governativa quando afferma che "What's so frustrating is you have an administration that is arguing such a populist (ideology) and not appreciating all the unintended consequences that the consumer and small businesses have far less credit,"(cosa c'è di più frustante di avere un amministrazione  pregna di un ideologia populista  che non riesce a valutare le conseguenze indesiderate che il consumatore e le piccole imprese subiscono da minore  credito).
L'analista è fermamente convinta che le cose non si mettono bene per il consumatore che dispone di sempre meno liquidità e se ogni cosa che riguarda il consumatore avrà delle conseguenze sulle aziende presenti nel SP500 allora l'indice non potrà fare  a meno di essere sotto pressione ("I have 100 percent conviction that the consumer is not getting any better and there's not more liquidity," Whitney said. "So if everything touching the consumer is going to be represented in the SP500, then the SP is going to be under pressure."). L'unica soluzione valida per l'analista rimane quella che il governo  dia  maggiore liquidità ai consumatori ed è dell'avviso che lo stimolo fiscale sia insufficiente per stimolare la domanda.("I don't think you can cut taxes enough to stimulate demand," Whitney said. "For a 2010 prediction, which is so disturbing on so many levels to have so many Americans be kicked out of the financial system and the consequences both political and economic of that, it's a real issue. You can't get around it. This has never happened before in this country.")



STEVE GRASSO, DIRETTORE VENDITE ISTITUZIONALI STUART FRANKEL: RESTATE LUNGHI SULL'AZIONARIO.



Steve Grasso, direttore vendite di Stuart Frankel e collaboratore della CNBC, dà la sua visione in questa intervista sui possibili sviluppi del mercato; afferma che "nei commenti del presidente della Fed non ci sono commenti che possano far dedurre che la salita dell'oro possa considerarsi terminata  o che il declino del dollaro sia giunto al capolinea. Aggiunge inoltre che " ci possono essere giornate durante le quali l'oro può andare incontro a pesanti sell off senza per questo segnalare la fine dell'apprezzamento dell'oro; ha aggiunto inoltre che "non solo le grandi banche e le banche centrali stanno acquistando oro ma  anche gli investitori al dettaglio sono nel business dell'oro, come fondi, etf che danno una stabilità all'asset mai vista prima ; conclude dicendo che è dell'avviso che il mercato azionario si apprezzerà ancora come pure l'oro e quindi il consiglio finale è di restare lunghi sull'azionario.

lunedì 7 dicembre 2009

INDICE SP500: DUE OUTSIDE DAY , RARI MA STATISTICAMENTE CON IMPLICAZIONI BULLISH.


Venerdì grazie ai dati sull'occupazione la forte correlazione dollaro forte -mercati azionari deboli sembrava essersi  interrotta;  sia il Nasdaq che l'SP500 si sono riportati sui nuovi massimi delle ultime  settimane  ma i venditori  non sono rimasti con le mani conserte e hanno spinto gli indici al disotto dei minimi di giovedì; il   nuovo massimo di giovedì ed il  nuovo minimo rispetto alla giornata precedente  fanno da contraltare al nuovo massimo e al nuovo minimo di venerdì: ci troviamo di fronte a due outside day che si presentano con scarsa frequenza sui grafici; statisticamente nella maggioranza dei casi questa impasse del mercato si risolve in un recupero del mercato in misura maggiore se il giorno dopo l'outside day è negativo.Vedremo se anche in quest'occasione ci sarà un evoluzione positiva del mercato; sarebbe una conferma di notevole importanza visto che gli outside day si sono verificati  a contatto con le resistenze dando l'idea di un possibile  buying climax.

venerdì 4 dicembre 2009

DISOCCUPAZIONE AL 10% E MINOR PERDITA DI POSTI DI LAVORO DALL'INIZIO DELLA RECESSIONE.

I posti di lavoro persi nel mese di novembre sono stati appena 11.000 rispetto a previsioni di circa 130.000 unità; il tasso di disoccupazione calato al 10%, indica che probabilmente anche nel settore dell'occupazione si iniziano ad intravedere i primi segnali di miglioramento dopo che il mercato del lavoro era sprofondato a livelli peggiori a partire dalla seconda guerra mondiale. 

E' interessante a questo proposito dare un occhiata al grafico di Chart of The Day   che pone in prospettiva questo calo dei posti confrontando le perdite di posti di lavoro durante la recessione attuale (linea rossa continua) a quella dell'ultima recessione(linea oro tratteggiata)  e alla media delle recessioni che si sono succedute a partire dal 1950 e fino al 2006(linea blu tratteggiata). Come risulta ben evidente dal grafico, le perdite di posti di lavoro che hanno caratterizzato questa fase recessiva sono circa il triplo rispetto agli altri episodi recessivi  e  si posizionano  ai minimi della media delle recessioni del ciclo lavorativo. 
I mercati hanno reagito positivamente a questi dati a cui si stenta a credere possano essere reali mentre il dollaro si è rafforzato sulle principali valute alimentando la speculazione che questi dati possano costringere la Fed ad aumentare i tassi d'interesse molto prima di quanto preventivato. La disoccupazione in crescita è fra le principali preoccupazioni dell'amministrazione del Presidente Barack Obama e dei democratici che, in mancanza di segnali di miglioramento sul versante del lavoro, temono di perdere seggi in Congresso.

giovedì 3 dicembre 2009

LA FEBBRE DELL'ORO NON SI CALMA: C'E' CHI PENSA CHE POTREBBE ARRIVARE A 3000 DOLLARI FRA DUE ANNI.

In un intervista alla CNBC, David Tice,  analista alla Federated Investors, conferma la sua visione positiva sull'oro affermando che chi compra oro oggi sarà molto contento fra due anni ; sottolinea, inoltre, che pur ritenendo scontata la possibilità di un ritracciamento a causa del forte e rapido apprezzamento , resta molto fiducioso per i prossimi anni. Le sue considerazioni partono dalla constatazione che i paesi emergenti hanno solo il 2,2 % di riserve in oro rispetto ad un 38% dei paesi maggiormente sviluppati; se dovessero decidere di incrementare  le loro riserve al 5% allora l'oro potrebbe facilmente portarsi dai 2000 ai 2500 dollari. L'ottimismo dell'analista si spinge fino ad ipotizzare un prezzo di 3000 dollari nei prossimi due anni.

I TENTATIVI DELLA BANCA CENTRALE GIAPPONESE DI INDEBOLIRE LO YEN SEMBRANO FUNZIONARE.


E' il terzo giorno consecutivo che lo yen si indebolisce  sia contro dollaro ed euro che delle altre principali valute,  e le aziende esportatrici festeggiano  in  borsa portando il Nikkey al quarto rally più imponente da maggio scorso; hanno pesato anche le parole del presidente della Fed che ha espresso  parole di ottimismo sull'economia americana che è migliorata ,anche se modestamente ,da  ottobre a metà novembre anche grazie alla maggiore propensione a spendere da parte dei consumatori.

mercoledì 2 dicembre 2009

UN INCHIESTA CONDOTTA DA BLOOMBERG RILEVA CHE LE BANCHE EUROPEE STANNO DIVENTANDO SEMPRE PIU' GRANDI.

In un articolo  di Andrew MacAskill e  Jon Menon pubblicato su Bloomberg, gli autori  denunciano che le banche europee stanno uscendo dalla crisi assumendo dimensioni sempre più grandi e ciò rappresenterebbe  un rischio ancora maggiore per le  economie dei loro paesi.  C'e chi sostiene che si stiano seminando i semi della prossima crisi consentendo alle banche di diventare troppo grandi. Secondo i dati raccolti da Bloomberg 353 banche europee hanno notevolmente aumentato le proprie dimensioni a partire dal 2007 e addirittura 15 di esse  hanno asset superiori al prodotto interno lordo nazionale. E' il  caso di BNP Paribas, la banca più grande al mondo per asset, che dal 2007 ad oggi ha incrementato il proprio bilancio del 59% a 2,9 trilioni di euro , una somma equivalente al 117% del pil francese; rientra in questa categoria anche la Barclays che è cresciuta del 55% a 1,55 trilioni di sterline e cioè il 108% del pil inglese mentre la Santander, cresciuta del 30%, a 1,08 trilioni di euro ha oramai raggiunto  le dimensioni del pil spagnolo. 
Le perplessità circa la necessità di avere banche così grandi nasce dalla considerazione che in caso di un altra crisi sistemica e uno o più di una di queste banche dovesse fallire, non è difficile prevedere che ci potranno essere seri problemi da parte di quei paesi ad assorbire perdite di notevoli dimensioni.

ANALISI SP500 A CURA DI ICHIMOKU CHARTS.COM DEL1 DICEMBRE 2009

ANALISI USD/JPY A CURA DI ICHMOKUCHARTS.COM DEL 27 NOVEMBRE 2009.

martedì 1 dicembre 2009

IL CANCELLIERE ANGELA MERKEL E' PREOCCUPATA DAL PEGGIORAMENTO DELLA CRISI CREDITIZIA.

In un intervista radiofonica il Cancelliere si è dimostrata particolarmente preoccupata da un peggioramento della crisi finanziaria e intende coinvolgere i principali protagonisti della scena finanziaria per studiare eventuali misure che possano far fronte al credit crunch. Le crescenti preoccupazioni derivano anche dalla consapevolezza che gli istituti bancari tedeschi devono scrivere fra i crediti inesigibili ancora una montagna di quattrini; secondo le rivelazione della Bundesbank non meno di 90 miliardi di euro. In una ricerca condotta dal prestigioso IFO , l'istituto tedesco di ricerca economico, le condizioni del credito a novembre sono notevolmente peggiorate e almeno il 53% delle grandi  imprese manufatturiere  ha riscontrato l'impossibilità di ottenere credito da parte delle banche; ciò dimostra  che  la problematica relativa al credito si sta allargando oltre le  piccole imprese. Addirittura il Presidente dell'Ifo ha suggerito al governo tedesco di comprare azioni delle banche  arrivando ad una parziale nazionalizzazione invece di procedere all'acquisto di titoli   tossici.

IL FINANCIAL STABILITY BOARD COMMENTA LA NOTIZIA DEL FT: NON C'E' NESSUNA LISTA DEFINITA.

LE RICHIESTE EUROPEE ED AMERICANE DI UN APPREZZAMENTO ORDINATO E GRADUALE DELLO YUAN FINORA NON HANNO SORTITO ALCUN RISULTATO.



Durante la riunione fra i responsabili delle finanze europee e il Primo Ministro cinese, Wen Jiabao, è stata ribadita la richiesta alle autorità cinesi, richiesta già avanzata qualche setttimana fa da Barack Obama, di un apprezzamento graduale dello yuan;  la rivalutazione dello yuan viene ritenuta opportuna anche dal Presidente della Banca Centrale Europea Trichet ma le notizie diffuse dalla televisione ufficiale cinese  riportano che il Primo Ministro si è espresso per un mantenimento della stabilità dei tassi di cambio dello yuan, hanno definitivamente fatto accantonare ogni speranza che le autorità cinesi possano intervenire in tal senso. Lo yuan da marzo ad oggi, ha perso poco più del 15%   nei confronti dell'euro e l'economia europea è quella che ne risente di più con le esportazioni pesantemente penalizzate  mentre le merci cinesi ed americane diventano sempre più competitive mettendo a forte rischio la ripresa economica in atto. Il commissario europeo agli affari economici, Almunia, intanto ha sollevato lo spauracchio di un crescente protezionismo in Europa se non ci saranno progressi sulla questione dei cambi;  le esportazioni della Cina verso i  Paesi dell'Unione  rappresentano il  20% del totale  ed è inaccettabile e  irragionevole che  debba essere proprio l'area euro a pagare il prezzo più alto  per l' eccessiva fragilità del dollaro.

LO YEN SI INDEBOLISCE CONTRO DOLLARO E IL MERCATO AZIONARIO FESTEGGIA.


La caduta  dello yen rispetto al dollaro ha messo le ali al mercato azionario giapponese con il Nikkey in guadagno del 2,4%;la salita repentina dello yen degli ultimi giorni ha indotto le autorità governative a chiedere alla banca centrale un intervento più forte;  la riunione d'emergenza delle Banca Centrale  del Giappone ha indotto molti a speculare su possibili interventi  per limitare gli effetti  di uno yen forte che innesca effetti deleteri nell'economia giapponese;   infatti lo yen ha immediatamente fatto marcia indietro in particolar modo contro dollaro, sterlina ed euro perdendo  contro dollaro circa l'1% ; la  banca centrale oltre a lasciare inalterati i tassi d'interesse, ha poi previsto un nuovo piano di intervento di 115 miliardi di dollari(10 trilioni di yen) per limitare gli effetti dello yen forte e il calo dei prezzi al consumo. Nel documento finale della Banca centrale si legge che la decisione presa oggi insieme ai forti impegni finanziari assunti dal governo,  sosterrano l'economia fino alla  sua piena uscita dalla crisi. Per far fronte alla deflazione, inoltre, e promuovere il ritorno ad una crescita sostenibile  con prezzi stabili, la Banca farà  il massimo  in suo potere.
Forti dubbi vengono espressi da molti analisti circa l'esito di ogni possibile intervento diretto ad indebolire la valuta poichè il trend rialzista dello yen rimane intatto e non si escludono possibili ritorni sugli 80 dollari, massimo del 1995.
Di natura assolutamente opposto l'intervento della Banca Centrale Australiana che ha deciso di aumentare i tassi d'interesse di un quarto di punto per la terza volta consecutiva negli ultimi 3 mesi.


lunedì 30 novembre 2009

IL DIVIETO DI VENDITE ALLO SCOPERTO DECADE.

Decade il divieto di vendite allo scoperto in quanto la Consob ha deciso di non prorogare il regime restritivo attualmente in vigore; rimane pienamente efficace invece il divieto di  vendita allo scoperto per quelle società che abbiano in corso aumenti di capitale deliberati entro il 30 novembre per le quali la vendita di azioni deve essere accompagnata sia dalla disponibilità che dalla proprietà dei titoli da parte dell'ordinante e fino alla data di regolamento dell'operazione.Le nuove disposizioni hanno pieno effetto a partire dalla mezzanotte del primo dicembre prossimo.

I REGULATORS COMPILANO LA LISTA DELLE 30 ISTITUZIONI FINANZIARIE A RISCHIO SISTEMICO .

Secondo quanto riportato dal Financial Times, sono trenta le istituzioni finanziarie (6 assicurazioni e 24 banche) selezionate da supervisionare  per  evitare altri effetti devastanti  in caso di future crisi finanziarie.  La lista è stata predisposta dal Financial Stability Board(FSB), presediuto da Mario Draghi ,un comitato internazionale di banchieri centrali e regulators, nato nell'estate di quest'anno; il suo obiettivo è di   far fronte ai  problemi  derivanti da rischi sistemici  in cui possono essere coinvolte   le istituzioni finanziarie internazionali attraverso un migliore coordinamento e una supervisione continua. Nella lista ci sono anche alcune compagnie assicurative in quanto in molti casi hanno un ruolo molto importante nel settore finanziario o per il fatto che il loro business si basa su complesse operazioni di ingegneria finanziaria. C'è stato nel recente passato l'esempio dell'americana AIG , la compagnia assicurativa fallita, che rappresentava un  alto rischio sistemico  proprio a causa della sua diversificazione in complesse attività di ingegneria finanziaria. La lista non è ancora pubblica e si prefigge lo scopo di prevenire rischi sistemici attraverso la stesura di documenti cosiddetti di  "recovery and resolution"  che dovranno essere compilati nei prossimi 6-9 mesi. La reazione da parte delle istituzioni finanziarie è stata di stupore in quanto non è possibile stilare alcun piano di salvataggio se non si conoscono in anticipo le cause delle future crisi.
Nella lista ci sono per il Nord America:
Goldman Sachs, JP Morgan Chase , Morgan Stanley  Bank of America-Merrill Lynch , Royal Bank of Canada 
Per l'Inghilterra:  HSBC, Barclays Royal Bank of Scotland, Standard Chartered
Per l'Europa:  UBS, Credit Suisse, Societe Generale, BNP Paribas, Santander, BBVA, Unicredit, Banca Intesa, Deutsche Bank, ING.
Per il Giappone:  Mizuho, Sumitomo Mitsui, Nomura, Mitsubishi UFJ.
Fra le società di assicurazione:  AXA, Aegon, Allianz, Aviva, Zurich e Swiss Re.


E' UFFICIALE: I DEBITI DEL DUBAI WORLD NON SARANNO GARANTITI DAL GOVERNO DEL DUBAI.




"Ai creditori è richiesto  di prendersi parte delle responsabilità per aver deciso di prestare soldi alle imprese" ha detto Abdulrahman al-Saleh, direttore generale del dipartimento finanze del governo del Dubai. "Dubai World viene considerata come appartenente al governo, ma ciò non è corretto". Per quanto concerne invece Nakheel pur essendo di proprietà del governo, sin dalla sua costituzione si è stabilito che la compagnia non sia garantita dal governo.




TIMORI SULLE VENDITE DURANTE IL BLACK FRIDAY. CALA IL RICORSO ALLE CARTE DI CREDITO PER GLI ACQUISTI.


Al boom delle vendite on-line  che  hanno raggiunto livelli mai visti prima,durante il Black Friday, con circa 595 milioni di dollari di spesa e in rialzo dell'11% rispetto all'anno precedente, ha fatto da contraltare il magro risultato delle vendite al dettaglio aumentate di un misero 0,5% con un controvalore di circa 10 miliardi di dollari. Solo il 28% ha acquistato online durante il fine settimana, decisamente meno rispetto al 34% dell'anno scorso; ma è molto probabile che chi è intenzionato a fare acquisti on line sia propenso ad aspettare il cosiddetto Cyber Monday e cioè il lunedì successivo al Black Friday quando i siti di vendite on line propongono convenientie promozioni di vendita.
Gli acquirenti totali nell'intero fine settimana sono stati circa 195 milioni che hanno fatto acquisti per circa 41 miliardi di dollari, in linea con quello degli altri anni ma in media ogni consumatore ha speso l'8% in meno e cioè circa 343 dollari rispetto ai 372 dell'anno scorso. Un  elemento che sicuramente farà discutere è il ritorno ai contanti  da parte  delle persone che hanno fatto acquisti mentre  solo il 26% degli acquirenti ha fatto ricorso alla carta di credito; è un cambiamento veramente epocale in un paese dove il ricorso alle carte di pagamento è decisamente più alto che in altri paesi; è un segnale ovviamente negativo in quanto chi fa ricorso  alle carte di credito generalemente spende  dal 20 al 40% in più.


domenica 29 novembre 2009

FTSIEMIB: LA CHIUSURA DI VENERDI' NON CHIARISCE DEL TUTTO LA SITUAZIONE GRAFICA.


La candela di venerdì, a prima vista dalle implicazioni fortemente positive, potrebbe rivelarsi una thrusting line piuttosto che una piercing line; quando la candela non riesce a superare il 50% della candela del giorno precedente allora ci troviamo di fronte ad una thrusting line dalle implicazioni opposte rispetto alla piercing line:  in un trend al ribasso è un segnale bearish  che perde d'efficacia solo se nei prossimi giorni   si dovessero formare due o più pattern del genere. Il thrusting pattern, insieme ai pattern on-neck e in-neck, fa parte di quelle  formazioni bearish che si differenziano fra di loro solo per il diverso grado di penetrazione nella candela precedente. 
In ogni caso, l'aver recuperato i 22000 punti è sicuramente un fatto positivo;  e il fatto che il nostro mercato abbia sofferto di più rispetto agli altri se non altro impone una certa prudenza per meglio comprendere lo sviluppo che nei prossimi giorni avrà la correzione in atto. Le attese sono per una fase di consolidamento che se avverrà al disopra dei livelli attuali sarà un ennesimo segnale di forza del mercato.

sabato 28 novembre 2009

AFFRETTARSI A CONSOLIDARE I GUADAGNI O ATTENDERE ILRALLY DI FINE ANNO??


Affrettarsi a consolidare i guadagni  o  lasciarsi allettare dalla possibilità di un rally di fine anno?  Chissà quanti sono di fronte a questo dilemma senza riuscire a dare un risposta univoca e chiara.
Non sono certo il primo che dopo aver deciso che era giunto il momento di consolidare i guadagni è rimasto a bocca aperta  ad  assistere il rally che da li a poco si si sarebbe materializzato; ma la borsa non è il luogo dei sentimentalismi nè il luogo adatto a chi  ha  scarse  capacità decisionali .
A favore di chi ritiene che sia doveroso mantenere le posizioni c'è indubbiamente il fatto che  i dati macro stanno migliorando gradualmente; la grossa incognita riguarda ancora  il mercato del lavoro ma  si spera  che la  disoccupazione possa solo migliorare; per quanto concerne la tempesta medio-orientale le banche italiane sono esposte in termini infinitesimali mentre lo sono di più quelle inglesi, americane e indiane e  a parte l'ondata di panico che potrebbe anche rappresentare per alcuni titoli un ottima opportunità di acquisto, non si tratta di cifre enormi specialmente se paragonate con quelle della crisi legata ai mutui subprime; in termini generali sembra che le difficoltà finanziarie del Dubai World non rappresentino al momento un elemento di eccessiva preoccupazione; l'unico timore riguarda un eventuale  peggioramento della crisi, cioè nel caso in cui non ci dovesse essere alcun intervento di salvataggio da parte di qualche altro stato dell'Emirato e allora in quel caso il Dubai  si vedrebbe costretto a disfarsi delle numerose partecipazioni azionarie acquistate in piena crisi subprime; in quel caso l'impatto sulle borse sarebbe notevole.


venerdì 27 novembre 2009

IL CROSS DOLLARO - YEN SUI MINIMI DEGLI ULTIMI 14 ANNI .



Come era facilemente prevedibile la tempesta proveniente da oriente non poteva non avere ripercussioni sui mercati azionari, obbligazionari ed ovviamente su quelli valutari; l'effetto sorpresa produce delle reazioni di una certa entità e spesso anche eccessive e smisurate, ma l'obiettivo principale ed impellente è quello di abbassare i livelli di rischio dei portafogli. La  notizia si è diffusa proprio quando i mercati , seppur a fatica e fra mille dubbi, stavano cercando di riprendersi dalla scoppio della bolla edilizia americana e dal contagio che ha finito per estendersi a tutto il sistema  finanziario mondiale.C'è stata dunque la corsa per liberarsi degli asset maggiormente penalizzati da una eventuale nuova crisi finanziaria; ad avere la peggio sono state le banche e le imprese impegnate nelle costruzioni . Sul fronte valutario  il dollaro è arrivato a toccare i minimi nei confronti dello yen, a circa 85 yen, un livello che ci riporta indietro fino al 1995 e  non si escludono discese fino a 80 yen, La discesa dei mercati azionari ha ovviamente scoraggiato operazioni di carry trade determinando così un rafforzamento del  dollaro contro euro ; a livello grafico, tuttavia ,   il trend rialzista dell'euro rimane  intatto. 
E' molto probabile che ci sia a breve un ritorno alla calma grazie all'intervento dell'emirato più grande fra gli stati del golfo e cioè Abu Dhabi, e ciò potrebbe nel breve placare le forti preoccupazioni.

giovedì 26 novembre 2009

IL DUBAI FA VACILLARE LE BORSE.


Quando il direttore del FMI ha affermato che più del 50% delle perdite bancarie sono nascoste nelle pieghe dei bilanci, chissà se aveva in mente la situazione che si è creata a Dubai, dove su un indebitamento totale dell'intera Dubai ammontante a circa 80 miliardi di dollari,    Dubai World ne conta circa 59 miliardi, poco distante da quei 69 miliardi che decretarono la bancarotta dell'Argentina. Per cercare di mettere ordine nell'ingente debito, il Dubai ha dato incarico a Deloitte di ristrutturare il debito; ma come era ipotizzabile ed inevitabile, le ripercussioni sui mercati  finanziari non sarebbero mancate. Il pensiero corre ai bond che hanno finanziato la crescita di Dubai e la paura cresce soprattutto per le banche   che fino a ieri erano assolutamente consapevoli che il Dubai fosse sufficientemente in grado di far fronte alla crisi globale e di onorare i debiti in scadenza. Infatti in Europa il settore bancario viene pesantemente penalizzato con una perdita del 3% e con ripercussioni maggiori soprattutto per le banche inglesi per ovvi timori di possibili perdite sui bond; ma anche la società stessa che gestisce il mercato azionario inglese ed anche quello italiano e cioè il London Stock Exchange, di cui il primo azionista è proprio l'emirato arabo seguito dal Qatar è in forte flessione.  Pesanti perdite anche per il settore auto, oggetto in questi ultimi anni di investimenti da parte di fondi del Qatar e di Abu Dhabi(in particolare Porsche e Daimler). Sul mercato italiano probabilmente le  società più esposte sono  Impregilo e Permasteelisa, ma sembra che quest'ultima accetti gli ordini solo in cambio di un significativo anticipo per cautelarsi da  un imprevista cancellazione degli stessi. 

SECONDO MORGAN STANLEY LA BOLLA DEL MERCATO AZIONARIO CINESE SCOPPIERA' NEL PRIMO SEMESTRE DEL 2010 .

La bolla azionaria del mercato cinese, ampiamente foraggiato da eccessiva  liquidità, molto probabilmente  finirà per scoppiare nei  primi sei mesi del 2010, a causa dei timori per un inflazione che si rileverà maggiore di quanto previsto: è lo scenario ritenuto molto probabile da Jerry Lou, direttore di Morgan Stanley per il settore asiatico.  Lou è dell'avviso che il processo di formazione della bolla non sia ancora finito e non esclude che l'indice Shangai Composite Index possa toccare un massimo sui 4000 punti (attualmente è a circa 3100 )poichè le banche continueranno  a finanziare progetti  iniziati quest'anno sulla scia del pacchetto di stimoli di 586 miliardi di dollari;  ci sono poche probabilità che  si possa assistere ad una riduzione dei  finanziamenti per il prossimo anno e troppa liquidità finirà per innescare un processo inflattivo molto forte. 
La Cina  è intervenuta  positivamente per mitigare gli effetti della crisi globale , investendo gli aiuti governativi in infrastrutture e in  progetti diretti al welfare sociale, riancorando la sua valuta al dollaro americano per stimolare le esportazioni ; queste misure si sono rilevate efficaci tanto che le previsioni  per  l'economia cinese sono per una crescita che molto probabilmente supererà il 9% nel 2010 anche a costo di un peggioramento degli squilibri globali; non a caso si registra sia un aumento degli investimenti che dei risparmi e tutto ciò contribuisce all'aumento degli squilibri che rappresentano il nodo centrale dello sviluppo cinese. 
Lou, infine,  è dell'avviso che la Cina dovrebbe una volta per tutte consentire la rivalutazione della sua valuta, lo yuan, per poter ristrutturare la propria economia in tempi rapidi anche a costo della perdita di milioni di posti di lavoro.

ANALISI SP500 A CURA DI ICHIMOKU CHARTS.COM DEL 25 NOVEMBRE 2009

ANALISI DELL'ORO A CURA DI ICHIMOKU CHARTS.COM DEL 25 NOVEMBRE 2009

ANALISI US DOLLAR INDEX DEL 25 NOVEMBRE A CURA DI ICHIMOKU CHARTS.COM

VACILLA IL MITO DI DUBAI. LA TEMPESTA IMMOBILIARE SI ABBATTE SUL DUBAI WORLD.


La Finanza Islamica è un modo di far banca senza l’uso degli interessi, proibiti dall’Islam. Il risparmiatore e il creditore partecipano al rischio dell’investimento, condividendo con la banca utili e perdite.Questo modo di far finanza è sicuramente etico e si rifà ai dettami religiosi del Corano che recita"O voi che credete, non cibatevi dell'usura che aumenta di doppio in doppio. (Corano, Âl 'Imrân, 130)". Ma l'etica predominante nella finanza islamica non ha previsto che la crisi dei mutui subprime e il crollo dei prezzi delle case  potesse arrivare a lambire anche Dubai World, la società controllata dal governo del Dubai   che sta costruendo la famosa isola artificiale delle tre palme .Negli ultimi anni Dubai essendo un'area quasi priva di petrolio aveva cercato di differenziare i suoi ricavi investendo  nel settore immobiliare  , ma dopo che i prezzi delle case sono scesi di circa il 50% inizia a fare  i conti con l'enorme debito acumulato che sfiora i 70 miliardi di dollari; l'unico modo per evitare il default è di chiedere ai creditori una moratoria sul debito oltre che tentare di rinegoziare un bond da 3,5 miliardi di dollari della controllata Nakhell di prossima scadenza. Nakhell realizza isole a forme di palma, oltre al bond in scadenza a metà dicembre, ha dei finanziamento di circa 980 milioni di dollari in scadenza il prossimo 13 maggio.La richiesta di moratoria dovrebbe estendersi, secondo quanto richiesto da Dubai World, almeno fino a fine maggio prossimo. Intanto per tentare di tamponare  la falla che si è aperta e che con il passare del tempo, sarà sempre più difficile chiudere per il sopraggiungere di una crisi di fiducia dagli effetti nefasti, è iniziato già da gennaio scorso un programma di emissioni obbligazionarie di circa 20 miliardi. La notizia ha scosso notevolmente la comunità finanziaria in quanto nei mesi scorsi le notize a disposizione degli investitori erano ampiamente rassicuranti circa la possibilità di far fronte agli impegni presi. La ristrutturazione del debito ,secondo le principali agenzie di rating, è da considerare un vero e proprio default e rappresenta in pieno il fallimento del governo del Dubai di poter assicurare sostegno finanziario alla società pubblica. Di sicuro la forte preoccupazione per la situazione che si è venuta a creare finirà per avere riflessi sui mercati azionari ed obbligazionari.


mercoledì 25 novembre 2009

BORSA FRA SCARAMANZIA E STATISTICA.

Oltre all'inflazione, ai tassi di interesse e ai tassi di cambio, è statisticamente provato  che l'andamento dei mercati azionari sia influenzato da fattori stagionali molto evidenti. Le coincidenze stagionali entrate oramai a far parte degli annali statistici per chi segue il mercato non possono farci sottovalutare che spesso le bufere finanziarie si abbattono sui mercati in mesi ben precisi; come dimenticare l'ottobre 1929, l'ottobre 1998 e ottobre scorso?
Per fortuna quel mese è passato e per quanto concerne questa parte dell'anno va ricordato che   prima del giorno del ringraziamento i mercati hanno sempre mostrato una relativa calma e storicamente il mercato americano ha sempre mostrato un andamento positivo dopo il giorno del ringraziamento e generalmente fino al giorno di natale. Statisticamente non si tratta di progressi eccezionali e a parte il Nasdaq che ha messo a segno un rialzo medio dell'1% il 61% delle volte, sia il Dow che l'sp500 non sono andati oltre il mezzo punto percentuale di guadagno.

CHART OF THE DAY: CORRELAZIONE INVERSA TRA DOLLARO ED ORO.


Il sito Chart of the day ,nel grafico allegato, analizza il rapporto fra il dollaro e l'oro; note sono le ragioni della debolezza del dollaro a partire da un economia in grosse difficoltà e ad un deficit in forte crescita, oltre al fatidico carry trade che vede proprio il dollaro come protagonista principale; il grafico mostra in maniera inequivocabile come negli ultimi due anni  l'andamento del dollaro sia stato sempre correlato inversamente all'andamento del dollaro; attualmente , inoltre, il dollaro sta testando la parte superiore del canale ribassista mentre l'oro  è sui  massimi.

PIU' DELLA META' DELLE PERDITE POTREBBERO ESSERE NASCOSTI NELLE PIEGHE DEI BILANCI DELLE BANCHE SECONDO IL DIRETTORE GENERALE DEL FMI

In un intervista al Figarò, il direttore generale dell'FMI Strauss-Kahn ha affermato che molto probabilmente più della metà delle perdite del sistema bancario , in proporzione maggiore in Europa rispetto agli Stati Uniti, sono nascoste nei bilanci; in quell'occasione è stato fatto anche un accenno all'euro, che secondo l'FMI è probabilmente troppo forte anche se resta difficile valutare quale sia il suo livello ottimale. Il direttore ha aggiunto che gli europei devono impegnarsi a consolidare le proprie strategie economiche per evitare che il duo Cina-America finisca per dominare la scena economica per i prossimi 20 anni. Secondo Strauss Kahn i due fattori cruciali per ottenere lo status di potenza economica sono avere  una  grande popolazione ed essere tecnologicamente avanzati; l'Europa allargata ha una grande popolazione che arriva a superare i 500 milioni, ma sul fronte  tecnologico le cose non sono avanzate in maniera decisiva dopo il trattato di  Lisbona del 2002, che promuoveva una crescita tecnologica della regione europea al fine di renderla la più innovativa al mondo. Strauss-Khano ritiene infine che questo dibattito sulla tecnologia che attualmente è maggiormente concentrato sull'energia  sia più acceso negli Stati Uniti che in Europa.

martedì 24 novembre 2009

ANALISI DELL'ORO A CURA DI ICHIMOKU CHARTS.COM DEL 23 NOVEMBRE 2009

ANALISI US DOLLAR INDEX DEL 23 NOVEMBRE A CURA DI ICHIMOKU CHARTS.

LA NUOVA FEBBRE DELL'ORO


Ci sono più di 30000 tonnellate di oro nelle casseforti delle banche centrali  di cui circa 8000 nei forzieri della Fed; l'oro è assurto alle cronache in maniera prorompente tanto che le sue quotazioni vengono diffuse dai media con sempre maggiore frequenza; il prezzo come ogni asset è fissato dal mercato e la Borsa di Londra stabilisce due volte al giorno un prezzo di riferimento  comunemente denominato  fixing dell'oro; i rappresentanti dei cinque mercanti più grandi del mondo (Johnson Matthey, Mocatta & Goldsmith, Samuel Montagu, Rothschild e Sharps Pixley) hanno un ruolo attivo nella fissazione del prezzo del metallo giallo.
A livello grafico, l'oro è inserito in un uptrend in forte accellerazione ; il rally è stato favorito dai  forti acquisti da parte delle banche centrali e in particolare da quella indiana, dal declino costante del dollaro e dalla consapevolezza che i tassi d'interesse resteranno bassi ancora per parecchio tempo. Non si esclude un ulteriore apprezzamento , ma la ripidità con il quale sta procedendo l'avanzamento dell'oro fa pensare che prima o poi ci possa essere un collasso delle quotazioni; ma probabilmente prima che avvenga, non sarà impossibile vedere l'oro a 1300 dollari .



venerdì 20 novembre 2009

CHART OF THE DAY: GLI UTILI DELLE AZIENDE DELL'SP500 SONO CROLLATI DEL 92% RISPETTO AI MASSIMI DEL TERZO TRIMESTRE DEL 2007. UNA NOTA POSITIVA: GLI UTILI HANNO RAGGIUNTO IL BOTTOM E STANNO SALENDO VELOCEMENTE.


DELL RIPORTA UTILI PEGGIORI RISPETTO ALL'ANNO SCORSO. IN AFTER HOURS CROLLA DEL 6%.


Dell ha riportato vendite che ammontano a circa 12,9 miliardi di dollari rispetto ai 15,6 miliardi dell'anno scorso; l'utile del terzo trimestre risulta di 23 centesimi per azione rispetto ai 37 dell'anno precedente. Dell ha perso parte del suo business a favore dei concorrenti  Acer e Hewlett-Packard .

SOCIETE GENERALE HA AVVERTITO LA PROPRIA CLIENTELA DI TENERSI PRONTI AD UN COLLASSO GLOBALE DELLE ECONOMIE NEI PROSSIMI DUE ANNI.

In un report denominato "worst- case debt scenario"gli analisti della banca analizzano i pericoli dell'eccessivo indebitamento a cui gli stati sono stati costretti per porre un freno alla recessione globale; ovviamente lo studio non ha valore previsivo ma solo di approfondimento dei potenziali pericoli. Il report sottolinea che il  rapporto del debito rispetto al prodotto interno lordo  raggiunto dai paesi ricchi è troppo alto e che   ci vorrano anni di sostenuto deleveraging affinchè si possa riportarlo in termini percentuali accettabili. Senza ulteriori interventi da parte dei governi il debito pubblico esploderebbe nei prossimi anni al 105 % del prodotto interno lordo in Inghilterra, al 125% in America e nell'eurozona, mentre in Giappone raggiungerebbe il 270%., raggiungendo la cifra monstre di 45 trilioni globali con un aumento di due volte e mezzo in appena un decennio.
Nessuno-continua il report- può affermare con sicurezza se abbiamo definitivamente scampato l'evenienza di un collasso globale delle economie ;  per quanto concerne i mercati finanziari nello scenario peggiore delineato nel report c'è la possibilità di un ritorno sui minimi di marzo, con il settore immobiliare che subirebbe un altro crollo dei prezzi e il petrolio ritornerebbe  sui 50 dollari. 
Il peso del debito inoltre è maggiore rispetto a quello del dopo seconda guerra mondiale, quando i valori nominali erano quasi simili a quelli odierni; ma con l'invecchiamento della popolazione sarà sempre più difficile erodere il debito sfruttando la crescita e nel lungo termine sta diventando sempre più insostenibile; siamo , conclude il report, quasi a un punto di non ritorno.
Per alcuni governi, un aumento dell'inflazione che renderebbe meno gravoso  il peso del debito sarebbe il male minore; ma  in questo scenario l'oro subirebbe un ulteriore forte apprezzamento in quanto rappresenterebbe l'unico porto sicuro in una situazione in cui la moneta perderebbe sempre più potere di acquisto. 
La banca inoltre ravvisa forti similitudini con la situazione giapponese dell'ultimo decennio ma con una grande differenza: il Giappone ha limitato i danni esportando in un forte contesto economico globale  e lasciando svalutare lo yen; ma questa stessa strategia non potrà essere attuata da mezzo mondo.

Sociètè Generale consiglia   ai ribassisti  di vendere il dollaro,  di shortare le azioni cicliche, come quelle del settore tecnologico, auto, e viaggi per evitare di essere avvolti dalla spirale deflazionistica; e avverte che neppure i mercati emergenti si salveranno in quanto paradossalmente sono più legati alla crescita americana di quanto lo sia Wall Street stessa.

BILL GROSS, GESTORE DEL PIU' GRANDE FONDO OBBLIGAZIONARIO, RITIENE CHE LA CINA STIA CORRENDO IL RISCHIO DI UNA NUOVA BOLLA.

In un intervista all'emittente Bloomberg, Bill Gross gestore del più grande fondo obbligazionario, mette in guardia dal pericolo che rischia di materializzarsi nell'economia cinese; un economia sbilanciata  notevolmente sul versante delle esportazioni e che rischia di andare incontro ad una bolla quando le esportazioni non troveranno più  consumatori finali , quando la domanda dei consumatori soprattuto americani non riuscirà ad assorbire l'enorme produzione del gigante cinese. Quest'anno la Cina, la più grande economia al mondo , crescerà di circa l'8% e le esportazioni sono alla base della sua economia  insieme ad una politica monetaria che tende a mantenere basso il valore della moneta cinese; e alla bolla cinese secondo Gross e probabilmente non è il solo a pensarla in questo modo, aumenta il rischio sistemico di una bolla azionaria nelle economia mondiali; Gross è dell'avviso  la corsa dei mercati finanziari sia alimentata dalla politica della Fed  di tenere    i tassi  a livelli bassissimi,  e con la disoccupazione a due cifre che probabilmente  non si discosterà da quei valori nei prossimi 6 mesi, Gross vede pochi margini di manovra da parte della Fed.

giovedì 19 novembre 2009

LE VENDITE AL DETTAGLIO SONO CRESCIUTE DEL 3,5% IN INGHILTERRA.

IL BALTIC DRY INDEX SUI MASSIMI. UN SEGNALE POSITIVO PER L'ECONOMIA.


Il 30 settembre scorso scrivevo del BALTIC DRY INDEX e allora era poco sopra i 2000 punti, in costante discesa dopo aver mancato il superamento dei massimi a 4300; in pochi mesi è  salito costantemente e in questi giorni l'indice, un indicatore economico molto importante, ha battuto un nuovo massimo per l'anno in corso e lascia ben sperare per le sorti dell'economia.
All'opposto un altro indicatore importante  l'Harpex , che riguarda le tariffe dei portacontainers, consolida sui minimi; non può considerarsi un leading indicator piuttosto un lagging indicator in quanto reagisce con qualche mese di ritardo all'aumento delle tariffe e quindi sotto questo punto di vista ha un valore previsivo nullo; l'unica indicazione che è possibile trarre al momento è che le tariffe così basse  fanno dedurre che c'è una  sovraofferta  di navi portacontainers .

ANALISI SP500 A CURA DI ICHIMOKU CHART.COM

ANALISI DELL'ORO A CURA DI ICHIMOKU CHARTS.COM

LE SCADENZE TECNICHE DI DOMANI DETERMINERANNO UN AUMENTO DI VOLATILITA' MA NON CI SARANNO CAMBIAMENTI SOSTANZIALI.


Le scadenze tecniche anche se sicuramente determineranno un aumento della volatilità, non è da escludere che il quadro generale del mercato possa restare sostanzialmente stabile e confinato nell'attuale fascia di consolidamento; su cosa potrà accadere nei prossimi  mesi invece le idee sono particolarmente confuse; si  passa dagli eterni catastofisti agli ottimisti per antonomasia ed anche a livello macroeconomico le analisi sono tutte contrastanti. Per il piccolo risparmiatore non è una bella situazione constatare che anche i cosiddetti esperti non sappiano  definire  in maniera univoca la fase storico-economica che stiamo vivendo e conseguentemente i possibili scenari futuri; per quanto concerne il mercato americano l'unica certezza al momento è che la liquidità è scesa  al  19% degli asset, il livello più basso dal luglio del 2007 e che gli investitori stanno  investendo nei mercati emergenti e nei fondi che investono in materie prime a discapito dei fondi americani da cui sono fuoriusciti circa 8 miliardi di dollari in ottobre.
Per quanto concerne la parte tecnica, tutti i principali indici americani ed europei sono graficamente ben impostati per poter continuare  la fase di apprezzamento; al momento l'unico indice che sta decisamente sottoperformando è il Nikkey che sembra deciso a puntare sui minimi di luglio scorso.

mercoledì 18 novembre 2009

ANALISI TITOLI FTSEMIB: INTESA SAN PAOLO.


Se le quotazioni non saranno in grado di superare i 3,2 è molto probabile attendersi una fase di indecisione ; in ogni caso se la fase positiva dovesse continuare non è escluso un ripiegamento verso la media mobile a 50 periodi che passa nei pressi  di 3 euro, quasi allo stesso livello della  senkou span A; seppure il titolo sia ampiamente al disopra della media mobile a 200 periodi, non ha ancora raggiunto il 50% di ritracciamento di Fibonacci  il cui superamento sarebbe ovviamente  una conferma del quadro positivo del  grafico.  Non va sottovalutato inoltre il testa e spalle rialzista che spicca sul grafico settimanale e che avrebbe come target circa i 4 euro.
Operativamente ritorni sui 3 euro sarebbero da cogliere per operazioni al rialzo con stop loss sui 2,70 e target a 4 euro.

JEFFREY SAUT RITIENE CHE BISOGNERA' ASPETTARE ANCORA MOLTO TEMPO PER UNA CORREZIONE IMPORTANTE DEI MERCATI. ECCO PERCHE'.


In un articolo pubblicato sul sito della   società di consulenza Raymond James & Associates, Jeffrey Saut ,direttore generale,  scrive  che da più di qualche mese  si aspetta una correzione che tarda a venire ; essendo oramai nella parte dell'anno più favorevole ai mercati azionari,cioè nel periodo che va da novembre ad aprile ,storicamente con risultati medi nettamente superiori al periodo che va da  maggio ad ottobre, risulta difficile credere che possa effettivamente concretizzarsi nella parte dell'anno più favorevole ai mercati. In aggiunta alla evidenza empirica e statistica della stagionalità dei mercati, Saut sottolinea che negli ultimi 12 anni il Dow Jones ha sempre riportato dei guadagni nel periodo che va dall'11 novembre al 5 dicembre e che dal 1976 il Dow ha sempre riportato risultati positivi nel periodo che va fra il 26 ottobre e il primo gennaio con la sola eccezione del 2007.
L'analista poi  cerca di dare una risposta ad un quesito di notevole importanza e cioè non tanto se ci troviamo in una correzione di un bear market ma piuttosto se siamo all'inizio di un bull market secolare o in un bull market all'interno dei confini del trading range degli ultimi nove anni. Ricorda che dal 1900 ci sono stati solo 3 mercati toro secolari e cioè dal 1921 al 1929, dal 1949 al 1966 e dal 1982 al 2000. I massimi di quei bull market secolari sono poi rimasti in range per anni. Per esempio dopo i massimi del 1966 il Dow rimase in range per circa 16 anni prima di iniziare il successivo bull market; è ovvio, continua Saut, che per coloro i quali hanno vissuto gli  anni nei quali il mercato è sceso e cioè dal 1966 al 1982 ricordano che ci furono una serie di bull e bear market nell'ambito di quel trading range. Infatti  circa 10 volte  il mercato segnò un rialzo o un ribasso del 20% ma sempre nell'ambito di quel trading range. L'analista giunge alla conclusione che nessuno è in grado di dare  una risposta al quesito ma che ciò che si può fare è sicuramente posizionare il portafoglio in una maniera tale che possa essere compatibile con  quanto sta avvenendo sui mercati.  A questo proposito sin dall'aprile scorso Saut sta usando il grafico del mercato azionario del 2003 come template di questo rally; a questo proposito si ricordi che l'SP500 a marzo del 2003 raggiunse il bottom e da lì poi salì velocemente fino a giugno; a partire da quel mese seguirono alcuni mesi di consolidamento e di indecisione senza però che il mercato lasciasse sul terreno quanto recuperato e poi successivamente iniziò la seconda gamba al rialzo che durò fino al primo trimestre del 2004; la prima gamba al rialzo del 2003 fu essenzialmente dovuta alla liquidità un po come quella del 2009(da marzo a giugno); la seconda gamba al rialzo del 2003 invece fu sostenuta dal miglioramento dei fondamentali e degli utili, come quella  partita a luglio di quest'anno  ed ancora in corso.  Solo un paio di volte dai minimi di marzo di quest'anno  le scelte di Saut sono state improntate alla prudenza ma non è mai diventato bearish e a prescindere da quelle che potrebbero essere l'andamento nel breve, Saut rimane fermamente convinto che  i principali indici mondiali  continueranno la salita    fino al primo trimestre del 2010.
L'analista è inoltre d'accordo con quanto afferma la società di ricerca Gavekal per quanto concerne l'aumento dei profitti che avvengono normalmente in un ciclo economico e ciò determina la ricostituzione delle scorte e di conseguenza gli investimenti ciclici legati al capitale, ed infine c'è l'aumento dell'occupazione che consente di aumentare i consumi. Attualmente,  i profitti aziendali sono cresciuti  ad un tasso più alto a partire da metà anni '70 ,con una crescita media annua del 38% negli ultimi trimestri ,  decisamente un record in una condizione recessiva; con le scorte ai livelli minimi è logico attendersi che il ciclo delle scorte sia prossimo ad iniziare; e se l'analisi è corretta dovrebbe seguire lo schema descritto sopra con i consumi che dovrebbero manifestarsi a fine ciclo e non nella parte iniziale.  Questa teoria risponde in maniera esaustiva a chi obietta che non ci può essere un miglioramento dell'economia fino a quando non ci sarà una diminuzione della disoccupazione. Secondo Saut  non ci sono dubbi che il normale ciclo economico ricomincerà e di conseguenza i fondamentali e gli utili continueranno a migliorare creando sempre maggiore pressione su chi è sottopesato sull'azionario ; quella pressione finirà per creare le condizioni ottimali di un rialzo che continuerà fino al primo trimestre del 2010.   Maggiori invece sono le incertezze per la seconda parte del 2010 quando finiranno gli stimoli governativi,  aumenteranno le tasse e  ci  si dovrà confrontare con una politica di controllo governativo sulle imprese.

COMPLETATA LA PRIMA OPERAZIONE DI COMMERCIAL MORTGAGE-BACKED SECURIETIES QUASI COMPLETAMENTE CON DENARO PRIVATO .

Era più di un anno che da questo tipo di operazioni i privati rimanevano alla larga; le commercial mortgage backed securities sono delle obbligazioni appartenenti all'area delle Asset backed securities(Abs) cioè titoli cartolarizzati di prestiti immobiliari concessi per l'acquisto di costruzioni non residenziali. Come per tutte le Abs sono dei titoli con un alto grado di rischio per la possibilità che il debitore ultimo fallisca e molto alti sono i rischi legati alla possibilità che il titolo diventi illiquido e quindi difficilmente negoziabile.
E' di ieri la notizia che l'importo di circa 400 milioni di dollari del CMBS, messo a punto da Goldman Sach e Citigroup ,della società immobiliare "Developers Diversified" è stato in maggioranza sottoscritto da privati; è la prima operazione di questo tipo da quando è iniziato il programma TALF della Fed e la porzione di competenza della Fed ammontava a circa 323 milioni di cui la Fed ha finanziato solo 72 milioni cioè circa il 25%  mentre il resto è stato sottoscritto da privati. E' un primo segnale di rinnovata fiducia nel  settore immobiliare  che potrebbe contribuire a migliorare la situazione finanziaria.


martedì 17 novembre 2009

FTSEMIB: IL TREND RESTA SALDAMENTE RIALZISTA.


I minimi  crescenti non lasciano dubbi: il trend permane  fortemente rialzista e sembra decisamente deciso  a tentare di riportarsi sui massimi relativi di metà ottobre. Sul grafico giornaliero, inoltre, in caso di continuazione della salita, si potrebbe determinare l'incrocio al rialzo della tenkan sen rispetto alla kijun sen e sembra proprio che questo incrocio possa avvenire addirittura al disopra della kumo, rafforzando così ulteriormente la situazione grafica. Un ulteriore conferma è ravvisabile nel grafico settimanale che mostra le quotazioni in procinto di abbandonare la senkou span B rafforzando il segnale long che seppure non rientrante fra quelli forti in quanto al disotto della kumo, si è avuto a maggio scorso quando appunto c'è stato l'incrocio al rialzo della tenkan sen rispetto alla kijun sen. 
Nel breve prese di profitto fino a 23200 o 22800 sono da considerare opportunità di acquisto.
Se non ci saranno novità o sconvolgimenti di varia natura per ora i grafici sembrano puntare verso obiettivi ambiziosi.