domenica 29 marzo 2009

L'OUTLOOK SULL'AZIONARIO E' MIGLIORATO.






Il principali indici della piazza americana hanno messo a segno un rally di circa il 20% a partire dai minimi degli ultimi 12 anni ,il 9 marzo scorso; ampiamente positivo è il risultato della settimana appena conclusasi per tutte le piazze azionarie ; il Dow Jones e l'SP500 hanno chiuso in progresso del 6%, mentre ha fatto meglio il Nikkei che si è apprezzato di circa l'8%. Meno brillante è stato il risultato delle principali piazze europee, mentre si nota l'ottima sovraperformance del mercato italiano che chiude la settimana con un progresso vicino al 10%. Questi numeri sono sufficienti a giustificare una correzione che, secondo alcuni analisti potrebbe iniziare dal prossimo mese di aprile; è determinante per operare con serenità e distacco, non farsi condizonare eccessivamente dalle analisi che girano numerose in rete e nei vari forum dedicati al mercato azionario; è molto più importante non derogare dalle proprie convinzioni ma soprattutto dal proprio piano di investimento;è da svariati mesi che consiglio l'acquisto di quote di etf azionari sotto forma di piano d'accumulo e neppure il pessimismo più catastrofico mi avrebbe fatto cambiar idea; la forte volatilità intraday unita alle forti perdite percentuali dei principali titoli del listino sconsigliavano l'entrata diretta in titoli e soprattutto richiedevano il ribilanciamento del proprio portafoglio con la diminuzione o l'azzeramento dell' azionario in relazione alla propria propensione al rischio; ora che il mercato ha mostrato i primi segni di miglioramento ho deciso che fosse giunto il momento di interrompere l'accumulo in attesa o che il mercato trovi la via definitiva del recupero che mi permetterà di chiudere il piano in guadagno oppure di attendere che quanto meno un eventuale correzione mi possa consentire l'acquisto di quote a prezzi decisamente più bassi di quelli attuali con la piena convinzione che nel medio termine questi prezzi si rileveranno notevolmente interessanti.
Per quanto concerne la possibilità di una correzione non bisogna dimenticare che spesso lo scetticismo durante i rimbalzi non fa altro che alimentare gli acquisiti e ritengo che non sia da escludere per l'indice SPMIB40 il raggiungimento nei prossimi giorni del livello posto a 17500; questo livello rappresenta la parte bassa della cloud (la Senkou span A) e quindi un livello di sicura resistenza mentre la parte superiore (la Senkou span B) è posta al momento a circa 18500.

domenica 22 marzo 2009

IL RIMBALZO E' ACCOMPAGNATO DA VOLUMI IN CRESCITA.





Nelle ultime due settimane i volumi sui principali listini sono sensibilmente aumentati e ciò è sicuramente un buon segno per la continuazione del rimbalzo; il nostro listino pesantemente penalizzato nelle scorse settimane ha mostrato una notevole sovraperformance anche grazie al recupero dei finanziari; prima di lasciarsi ai facili entusiasmi occorre tenere nella giusta considerazione gli effetti che la fine del trimestre possa aver avuto sul listino e particolare non trascurabile il marcato calo di volatilità. I rimbalzi sono sempre occasione di profonde discussioni fra gli operatori; c'è chi li ritiene solo ed esclusivamente una reazione ad una una situazione d'ipervenduto e chi , fra le righe, intravede la possibilità di qualcosa di più duraturo e serio; sono pochi gli elementi in possesso di chi vuol ipotecare il futuro con previsioni che nella maggioranza dei casi finiscono per essere errate; di sicuro ogni rimbalzo favorisce l'attività del trader di breve termine, ma spesso lascia a bocca asciutta chi ha orizzonti temporali più ampi. All'elemento sicuramente positivo rappresentato dall'aumento dei volumi, fa da contraltare il timore che i cospicui guadagni sul listino americano per il settore finanziario che hanno innescato e favorito il rally, siano dovuti in massima parte alla chiusura di operazioni short da parte degli hedge fund piuttosto che da parte di investitori che avrebbero ritenuto opportuno sovrappesare il settore finanziario come proficua opportunità nel medio-lungo termine. Tutti questi dubbi e queste incertezze finiranno per pesare nelle prossime sedute; operativamente, e ciò vale per chi avesse accumulato quote di etf azionari, è ancora consigliabile astenersi dal comprare quote in questa fase, in attesa di maggiori elementi che possano far intravedere la possibilità concreta di una stabilizzazione del mercato azionario o piuttosto se dopo queso rimbalzo si debba attendersi il test dei minimi o addirittura di nuovi minimi.

domenica 15 marzo 2009

IL RIMBALZO ATTESO INTERROMPE LO STILLICIDIO QUOTIDIANO DELLE QUOTAZIONI.


L'atteso rimbalzo si è finalmente materializzato; è ovvio che il mercato dovrà accingersi ad una lunga fase di accumulazione e dimostrare che i minimi raggiunti possano essere ritenuti minimi assoluti di periodo; non avendo ancora elementi per avvalorare questa tesi e in previsione di una fase interlocutoria, è consigliabile per chi avesse fin qui provveduto ad accumulare quote di Etf azionari, interrompere al momento il piano ed attendere che gli effetti del rimbalzo si stabilizzino.
L'ipotesi più plausibile sembra al momento il raggiungimento dei 16000 punti per il nostro indice SpMIB40; e sarà su quei livelli che il mercato poi sarà chiamato responsabilmente , senza perdere di vista i dati macroeconomici, a valutare la necessità di una continuazione del rimbalzo che, nell'ipotesi migliore, nelle prossime settimane potrebbe evolversi in un ampio trading range con valori estremi posti fra 14000 e 18800.

domenica 8 marzo 2009

IL RISCHIO DI UN FORTE RIMBALZO SEMBRA MAGGIORE DI QUELLO DI UN FORTE ULTERIORE CROLLO.





Lo sprint finale di venerdì ha evitato un altra chiusura catastrofica; la crisi è molto seria e le notizie incontrollate che si susseguono, non danno tregua ai mercati mondiali; si passa dal default di un paese dell'est europeo al fallimento annunciato di qualche banca europea, dall'allargamento dello spread dei titoli di stato tedeschi rispetto a quelli dei paesi più deboli al prodotto strutturato di JP Morgan che pone l'Italia fra i paesi a più alto rischio di default rispetto a quelli presi in considerazione : tutto rende l'atmosfera ancora più pesante abortendo di fatto ogni debole tentativo di rimbalzo. La smentita da parte di JP Morgan è arrivata nel pomeriggio di venerdì e ha pure invitato la Consob ad indagare su quei rumors senza controllo; la banca d’affari ha infatti riferito di non aver pubblicato alcun report sul debito nel quale si facesse riferimento ad un potenziale rischio di insolvenza per l’Italia, ma ormai il clima era diventato troppo teso e il nostro mercato ha sofferto in maniera pesante rispetto agli altri listini europei.
Più che la quantificazione della percentuale di discesa che il mercato è destinato a fare, l'attenzione da parte degli investitori e in particolare da parte di chi è riuscito a passare indenne questa fase drammatica ricorrendo ai titoli di stato o alla liquidità, è tesa a carpire i segnali di possibile inversione del mercato per poter quanto meno beneficiare del rimbalzo che , nonostante il forte ipervenduto, non accenna per ora a concretizzarsi. E' facilmente comprensibile che il fondo non si toccherà fino a quando i titoli finanziari non inizieranno a partecipare in maniera compatta ai rimbalzi e fino a quando non ci sarà un declino costante delle cattive notizie macro; il calo continuo sta decisamente portando su livelli interessanti molti titoli e per chi non ha optato per un piano d'accumulo in Etf, è arrivato il momento di guardarsi intorno per prendere in considerazione la possibilità di un entrata sul mercato azionario , ovviamente con una parte modesta del proprio capitale. Sembra essere ormai giunti ad un punto dove il rischio di un forte rimbalzo sia maggiore rispetto a quello di un forte crollo.

martedì 3 marzo 2009

SP500: DECISIVA LA TENUTA DEI 700 PUNTI. IL VIX SEMBREREBBE ANTICIPARE UN BEAR MARKET RALLY .





























In simili condizioni di incertezza per il futuro e disaffezione per il mercato azionario, e con l'indice SP500 al disotto dei minimi di ottobre e novembre del 2008, ci si aspetterebbe che l'indice VIX si portasse su nuovi massimi determinando di conseguenza un aumento del costo delle opzioni per poter proteggere i propri asset; ma stranamente tutto ciò non si sta verificando e il VIX rimane in trading range nell'ambito di un rettangolo di consolidamento e addirittura circa 30 punti al disotto dei massimi dell'anno scorso. Non è facile comprendere la motivazione e le eventuali conseguenze che ne possono derivare, da tale circostanza; probabilmente le motivazioni sono molteplici; ma la prima valutazione che si potrebbe fare è che il mercato dia per scontato che le quotazioni dovranno inesorabilmente ridimensionarsi ; ma pur non essendo eccessivamente oneroso(o almeno costi di meno rispetto ad ottobre e novembre scorso) coprirsi tramite l'acquisto di put o la vendita di call, gli investitori non ritengono urgente la necessità di attuare una politica di copertura dei propri asset in quanto, anche in virtù del forte ipervenduto, ritengono molto probabile la possibilità di un rimbalzo e a quel punto i costi sostenuti per la copertura sarebbero decisamente mal spesi. Da qui deriva la conclusione che, in caso di tenuta del forte supporto a 700 dell'indice SP500, il mercato possa dar vita ad un periodo di consolidamento a cui segua un interessante bear market rally. E' chiaramente condivisibile l'opinione che ci si trovi di fronte ad una crisi eccezionalemente grave; proprio in considerazione di questo fatto, ogni tipo di analisi diventa ancora più complicata; l'unica certezza in fasi di mercato come questa, è salvaguardare il proprio capitale ; proprio in quest'ottica ho ritenuto opportuno nell'ultimo anno e mezzo non procedere all'analisi delle azioni per evitare che con l'aggravarsi della crisi, si potesse essere continuamente ostaggio degli stop loss; era evidente che l'economia si sarebbe avviata verso una fase di forte crisi anche se le dimensioni della stessa non erano del tutto immaginabili.

domenica 1 marzo 2009

S&P500: NEGLI ULTIMI DUE MESI PERDE IL 21%.




Banche, intermediari finanziari ed assicurazioni erano il settore più grande ed importante dell'indice S&P500 e ne rappresentavano, a partire dal 2002 fino ad aprile 2008, circa il 22% ; dai massimi del febbraio 2007 , l'indice settoriale dei finanziari ha perso circa il 78%, finendo ormai a rappresentare poco meno del 10% dell'indice SP500; nel solo 2008, il settore finanziario è crollato del 57%, un record storico dopo che le banche hanno registrato perdite che hanno superato di gran lunga i 1000 miliardi di dollari; basti solo ricordare che Citigroup e Bank of America, hanno perso più del 90% rispetto ai loro valori massimi e che Goldmann Sachs e Morgan Stanley hanno lasciato sul terreno più del 60%.

Il settore finanziario divenne l'industria più importante dell'indice SP500 nel febbraio 2002, sorpassando così il settore tecnologico, in seguito al crollo dell'indice tecnologico dopo i famosi massimi a 1527,46 del marzo 2000. Le industrie di computer e di software rappresentavano poco più del 34% dell'indice S&P500 e ora sono di nuovo il gruppo più grande rappresentandone circa il 17% ; le azioni del settore bancario misero a segno un rialzo del 22% nel 2006 ed ora hanno il minor peso relativo a partire dall'ottobre 1992.

Il nuovo anno non ha portato grosse novità e addirittura l'indice chiude i due primi mesi con una perdita superiore al 20%; siamo ai minimi degli ultimi 12 anni con una perdita, rispetto ai massimi storici,di circa il 50% ; senza dubbio perdite così importanti e con un livello di forte ipervenduto lasciano presagire che , prima o poi, il mercato possa correggere il persistente e continuo ridimensionamento e da più parti sta iniziando a diffondersi un certo ottimismo a favore di una fase positiva. Pur potendo sottoscrivere l'avvio di un imminente fase interlocutoria, preludio di una fase che corregga la forte discesa, resta determinante per l'indice S&P500 la tenuta della fascia compresa fra 680 e 650; al disotto di essa. la fiducia nel mercato azionario rischierebbe di essere definitivamente compromessa.