domenica 31 gennaio 2010

ANCORA TENSIONI E TIMORI SUI MERCATI

Anche la terza settimana consecutiva si chiude in negativo con il Ftsie Mib in perdita di circa il 3%; medesimo scenario sui principali mercati europei ed americani, nonostante le trimestrali continuino  ad essere migliori di quanto prevedessero gli analisti; la crescente disoccupazione a livello mondiale  rappresenta un freno al risanamento dell'economia ; ma non sono le sole  problematiche economiche e finanziarie a pesare  sul sentiment degli investitori; ci sono anche quelle legate  alle  difficile scelte  che la politica è chiamata a fare per mitigare gli effetti di una crisi che lascerà un segno indelebile su molte fascie del tessuto sociale ed economico. La fase particolarmente negativa dell'economia in Grecia, Spagna e Portogallo contribuisce ad innervosire gli investitori che temono l'eventualità di un default dei debiti sovrani. Non ci sono dubbi che  ci sia qualcosa che non va nei mercati;   in apertura, di contrattazioni,  c'è il solito tentativo di rimbalzo che inesorabilmente scema durante la giornata per poi approdare  ad una chiusura negativa e in molti casi anche fortemente negativa; lo  scarso interesse  agli acquisti scoraggia il toro e non c'è al momento nessun elemento catalizzatore in grado di di dare una svolta rialzista. Dal punto di vista tecnico, il nostro indice principale ha , per il momento, brillantemente superato il test della media mobile a 200 periodi, sforandola nella giornata di venerdì ma chiudendo abbondandemente sopra; è un momento cruciale nel breve anche se  il grafico settimanale lascia ancora qualche speranza; tuttavia se non si assisterà ad un rimbalzo convincente, c'è il rischio concreto di un periodo di forti vendite con un ritracciamento che probabilmente potrà anche superare il 10-20%. Il grafico settimanale indica come supporto importante quello posto a circa 21.000 punti.

mercoledì 27 gennaio 2010

NOURIEL ROUBINI: LA BOLLA AZIONARIA E' ORAMAI IN ATTO.

Il presidente francese Nicolas Sarkozy aprirà oggi la quarantesima edizione del Forum economico mondiale a Davos, in Svizzera; al centro dei dibattiti ci saranno i progetti di riforma del settore finanziario. Fra i 2.500 dirigenti di grandi imprese e politici di spicco, tra cui trenta capi di Stato e di governo c'è anche l'economista turco Nouriel Roubini , docente alla New York University, che in un intervista alla Cnbc ha ribadito  la gravità della situazione economica ammettendo che  il ritiro degli stimoli economici e una politica monetaria restrittiva rischierebbero  di rimandare in recessione le economie globali; sono delle scelte di politica monetaria molto difficili da realizzare per il futuro, ma l'economista è dell'avviso che qualcosa vada fatto poichè oramai la bolla azionaria è cominciata ed è globale; per quanto riguarda l'Asia e la Cina i prezzi degli immobili stanno salendo troppo in fretta e  quelli delle  azioni sono già troppo alti in relazione ai price earnings. La Cina dovrebbe mettere in campo delle riforme capaci di stimolare i consumi interni ma d'altro  canto Roubini non ritiene che la Cina sia in grado di rappresentare  il volano della rinascita economica mondiale ed è per questa ragione  che l'economista ritiene che la ripresa sarà anemica .Per quanto riguarda il mercato azionario, è dell'avviso che il rallentamento della crescita delle economie mondiali farà calare i prezzi dei titoli azionari ma  che non toccheranno i minimi di marzo scorso.

martedì 26 gennaio 2010

IL RIMBALZO E' ORAMAI PROSSIMO. LA SITUAZIONE GRAFICA DEI PRINCIPALI INDICI EUROPEI NON E' ANCORA COMPROMESSA.


La chiusura di venerdì scorso dell'indice  Ftsie Mib,   a contatto del supporto senkou span A, faceva presagire la possibilità di un rimbalzo che poi non si è verificato; e la discesa sotto la cloud di ieri sembrava oramai compromettere la possibilità di un rimbalzo ,rendendo concreta la possibilità di un affondo fin sopra la media mobile a 200 periodi a circa 21500. Ma i principali indici europei ed americani presentano una situazione molto meno allarmante, senza  particolari tensioni,  e in alcuni casi come per esempio il Nasdaq, l'indice è ancora lontano dalla cloud e in caso di rimbalzo,   non hanno  grossi ostacoli da sormontare ,mentre  per il nostro indice , la prima resistenza si pone già a 22560. 
La settimana sarà caratterizzata oltre che dalle trimestrali anche dal dato relativo al prodotto interno lordo che sarà diffuso nella giornata di venerdì; le attese sono per una crescita del 4-5%. 

ANALISI SP500 A CURA DI ICHIMOKU CHARTS.COM

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IL MERCATO TORO E' FINITO??

Le banche cinesi hanno erogato finanziamenti per circa 1,45 trilioni di yuan corrispondenti a circa 212 miliardi di dollari nei primi 19 giorno del nuovo anno e ciò dimostra che non  è facile far rallentare la forte crescita del credito; ma la Cina ci prova alzando  i ratio patrimoniali delle banche, una manovra che  diminuendo  di fatto l'erogazione dei  finanziamenti, potrebbe determinare un rallentamento dell'economia che nel 2009  è cresciuta del 10,7% ;  i movimenti schizofrenici sull'euro, che ha iniziato ad indebolirsi a favore del dollaro,ha avuto come prima conseguenza il calo dei prezzi  delle materie prime,  rendendole più care agli acquirenti al di fuori dell'area dollaro e ha inoltre accellerato le prese di beneficio sui titoli legati alle materie prime.  Ma il rafforzamento del dollaro potrebbe anche essere la diretta causa della chiusura di posizioni di carry trade che hanno finora inondato i mercati azionari di liquidità;  e le ultime invettive   di Obama che annuncia  una tassa al sistema bancario e una limitazione alle operazioni di trading , avrebbe un effetto deleterio proprio sulla componente di bilancio che ha permesso alle banche di chiudere bilanci in positivo  rispetto ai mesi precedenti. Le voci su una mancata conferma di Bernanke, fautore di una politica monetaria espansiva,  e il divieto di utilizzare la liquidità per operazioni di trading ma solo ed esclusivamente  per finanziare l'economia, priverebbe di fatto le banche  di una componente utile a realizzare profitti. I timori di un rallentamento dell'economia cinese , una diminuzione della liquidità frutto di una politica monetaria restrittiva e il timore di un aumento repentino dei tassi d'interesse per poter finanziare le montagne di debito pubblico, rappresentano una minaccia per i mercati mondiali.


domenica 17 gennaio 2010

TROPPE DIVERGENZE RIBASSISTE SUI PRINCIPALI INDICI.


L'osservazione contemporanea dei prezzi e degli oscillatori è determinante per poter cogliere eventuali anomalie fra l'andamento del prezzo e lo stato dell'oscillatore; l'andamento discordante dei prezzi e dell'oscillatore e cioè lo   sfasamento dei due  rappresenta una divergenza: a massimi crescenti dei prezzi corrispondono massimi decrescenti dell'oscillatore ; si tratta di  una  divergenza  ribassista che indica in molti casi situazioni di potenziale debolezza.  E sono  proprio le divergenze ribassiste  gli elementi che spiccano  sul grafico dei principali indici mondiali ; e in alcuni casi, ad aggravare la situazione grafica, gli indici hanno rotto anche i recenti minimi relativi, creando così i preupposti per un inversione dei corsi; si tratta ovviamente di primi segnali di un deterioramento generale della situazione grafica che  necessitano di conferme nei prossimi giorni; l'analisi quotidiana dei mercati non sembra voler indicare l'inizio di una fase di ritracciamento profonda; il mercato italiano perennemente tra i più deboli riesce in ogni occasione a respingere ogni assalto dei ribassisti; ma i campanelli d'allarme non devono essere sottostimati; la volatilità bassa e l'eccessiva euforia possono indurre ad abbassare le difese e sconvolgere le strategie di investimento le più prudenti. Ma  chiudere le posizioni in maniera indiscriminata sarebbe un errore madornale; si consiglia l'utilizzo di stop stretti e liquidità sufficiente per poter sfruttare eventuali opportunità di acquisto. 

venerdì 15 gennaio 2010

CHART OF THE DAY: ANALISI DEL RALLY ATTUALE DELL'INDICE DOW.


Il  grafico  riporta i più importanti rally dei mercati degli ultimi 110 anni; ogni puntino sul grafico corrisponde ad un rally del mercato e consente così   di inquadrare  la durata e la qualità del rally attuale in relazione a quanto è accaduto nel passato. I rally messi a segno dal Dow negli ultimi 110 anni sono 27 e cioè in media uno  ogni quattro anni; la maggior parte  dei rally del passato(il 73%)  ha registrato guadagni medi dal 30 al 150% ed è durato dai 200 agli 800 giorni; il grafico mostra in maniera inequivocabile che  il rally attuale del Dow va inserito nella parte bassa del range  sia per durata che per intensità.

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UNA CORREZIONE DEL 20%-30% E POI IL RALLY FINO A 15000: LO DICE JEFF HIRSCH, EDITORE DEL TRADER STOCK ALMANAC






Le considerazioni a cui giunge Hirsch nascono dall'osservazione storica dei movimenti medi che si registrano a partire dai minimi di medio termine e fino al periodo pre-elettorale e che statisticamente sono di circa il 50%. Hirsch quindi ritiene che prima o poi ci sarà   un ritracciamento di circa il 20-30% ;    un ottima opportunità di acquisto  che  porterà il Dow a circa 15000 punti con un rally  di circa il 50%.

lunedì 11 gennaio 2010

IL VIX A LIVELLI DI FINE 2007 PRIMA DELLA GRANDE CRISI FINANZIARIA.


Il mercato azionario non mostra segni di cedimento e in condizioni di bassa volatilità implicita continua la sua fase ascendente; ma ci sono   elementi sui quali è opportuno riflettere e  saper valutare. 
Il sentiment è ovunque bullish e   l'ottimismo ha raggiunto i livelli del 1987 e del 2007; il Vix ,inoltre ,ha raggiunto gli stessi livelli di fine 2007 quando da lì a poco si sarebbe abbattuto sull'economia e sui mercati la più forte crisi degli ultimi 50 anni; molto probabilmente la volatilità percepita è ancora più bassa di quella che registra il Vix e questo è un elemento da non sottovalutare; a livello stagionale i mercati azionari nell'ultimo decennio hanno iniziato una fase negativa a partire proprio dai primi mesi dell'anno; impressionanti  i primi mesi del 2008 quando l'SP500 ha perso poco meno di 1400 punti senza tralasciare quanto  accaduto nei primi mesi dell'anno scorso. Un altro elemento da considerare attiene alla statistica: a partire dal 1900 , nove degli undici anni che finivano in "00" hanno chiuso in negativo di cicrca il 15%; probabilmente non sarà così in questo 2010 e nessuno può prevedere (basta confrontare le previsioni degli analisti ad inizio anno con quanto effettivamente poi si verifica ) di fronte a quali variabili i mercati saranno costretti a confrontarsi; ma gli elementi sopra citati vanno tenuti conto per poter predisporre una strategia da adottare nel caso in cui si debba ritrovarsi a confronto con l'orso.

domenica 10 gennaio 2010

FTSEMIB: SETTIMANA POSITIVA, MA LA DOJI IN CHIUSURA DI SETTIMANA DENOTA UNA CERTA INDECISIONE.


La considerevole liquidità riversata sui mercati dalle banche centrali con l'obiettivo sacrosanto di evitare un disastro senza ritorno, ha  rischiato di mettere a dura prova i bilanci statali che difficilmente potranno sostenere altre manovre di tale entità; e nonostante questo impegno finanziario senza precedenti, che ha di fatto spostato i debiti dal privato al pubblico,  la lettura del Pil sia in America che in molti paesi europei mostra  livelli di crescita  ancora insufficienti; non meno bene è la situazione relativa al credito con la massa monetaria M3 sempre in forte discesa. Ma è oramai ben nota la dicotomia esistente fra l'economia reale e il mercato azionario, che  come è noto, anticipa gli eventi economici; quindi in molti casi le analisi  economiche, anche le più approfondite e scrupolose, poco effetto hanno sull'andamento delle quotazioni azionarie.
Il mese di Gennaio inaugura ufficialmente la stagione delle trimestrali;   è previsto un ritorno al profitto delle principali società dell'SP500 e gli analisti stimano un tasso di crescita degli utili del 184% rispetto all'ultimo trimestre del 2008 e ciò grazie al settore bancario che dopo l'imponente trasfusione di dollari risorgerà dalle pesanti perdite; ma senza il settore  finanziario la crescita dei profitti non supererebbe l'8%. 
Inaugura ufficialmente la stagione delle trimestrali il colosso dell'alluminio Alcoa, di cui si prevede un utile per azione di 5 cent anche se le vendite sono molto probabilmente calate del 14% a circa 4,9 miliardi di dollari. E' auspicabile che ci sia un aumento delle vendite che così possano contribuire all'aumento dei profitti che , nell'anno appena concluso,  sono stati raggiunti solo tramite una riduzione dei costi mentre i consumatori sono rimasti all'angolo in attesa di sconti e di tempi migliori.
Per quanto concerne il nostro indice, la chiusura di venerdì con un doji indica una certa indecisione dovuta sostanzialmente all'attesa dei risultati aziendali; un superamento dei livelli di venerdì porteranno inevitabilmente l'indice a contatto con i massimi dell'anno 2009 e cioè a circa 24500.



STOCK INDEX FUTURES, OPERAZIONI A MARGINE E VENDITA ALLO SCOPERTO : SHANGHAI COMPETE CON I GRANDI CENTRI FINANZIARI

Il nuovo centro finanziario in costruzione nel distretto di Pudong rientra nell'ambizioso progetto di Shanghai di competere con Hong Kong e con i grandi centri finanziari mondiali; e per adeguare il proprio sistema finanziario agli standard mondiali è stato fatto un ulteriore passo verso la modernità: a breve, entro pochi mesi, sarà possibile investire in stock index e index  futures, oltre che operare a margine e   vendere allo scoperto; questi nuovi strumenti oltre a dare alla piazza finanziaria cinese maggiore credibilità come capitale finanziaria incoraggerà sempre più persone ad investire nel mercato azionario.
I nuovi strumenti inoltre sarano di notevole utilità anche per gli investitori istituzionali  che potranno far ricorso ad operazioni di copertura e in questo modo potranno ridurre la volatilità in un mercato fortemente turbolento.





venerdì 8 gennaio 2010

PEGGIOR DECENNIO PER LA CRESCITA DI POSTI DI LAVORO.

I posti di lavoro nel settore non agricolo sono diminuiti nel mese di dicembre di 85000 unità  mentre i dati relativi a Novembre sono stati rivisti al rialzo e presentano un saldo positivo di 4000 posti di lavoro creati. Il grafico di CHART OF THE DAY indica la crescita percentuale dei posti di lavoro  a partire dal 1940 e  la crescita inferiore al 20% dell'ultima decade è tanto più significativa se si considera che la popolazione è cresciuta di circa il 10% .