domenica 18 luglio 2010

MANCANZA DI TREND E VOLUMI BASSI RENDONO RISCHIOSO SIA OPERARE AL RIALZO CHE AL RIBASSO.

I forti swing del mercato con giornate fortemente al rialzo e giornate fortemente al ribasso rendono  sempre più difficile  la vita a chi opera con un orizzonte temporale che non sia l'intraday; o c'è in arrivo un forte apprezzamento dei corsi oppure bisogna ritenere che sia solo la forte volatilità a determinare questi repentini cambi di direzione; nel frattempo, la situazione grafica dei principali indici  americani , SP500 Dow e Nasdaq, sta lentamente deteriorandosi  con minimi decrescenti ad ogni tentativo di rimbalzo;   le quotazioni  sono sia   sotto la media mobile a 50 periodi, costantemente in declino,  che sotto quella a 200; da monitorare con particolare attenzione è il livello dei 1000 punti dell'indice SP500  che se rotto potrebbe innescare un vero mercato orso con possibile target a 870 cioè quasi il 20% più giù rispetto ai valori attuali.  
Diversa è la situazione grafica dei principali indici europei, fra cui anche quella dell'indice italiano, spagnolo, portoghese e greco, che sono ancora al disopra della media mobile a 50 periodi ma al disotto della media mobile a 200 periodi; in una situazione di gran lunga migliore rimane l'indice tedesco, il Dax, che è saldamente al disopra della media a 200 e che venerdì è riuscito in chiusura a mantenersi ancora al disopra della media a 50 periodi. La  chiusura  negativa di venerdì è stata amplificata dalla caduta dell'indice di fiducia pubblicato dall'Università del Michigan; l'indice   è caduto a 66,5 a luglio rispetto al valore di 76 registrato nel mese di giugno a causa dei forti timori da parte dei consumatori relativi alla disoccupazione e al debole andamento dell'economia in genere; il valore di giugno è stato il livello più alto degli ultimi due anni e la perdita di circa 10 punti dell'indice è simile a quella  registrata l'11 settembre 2001 quando ci fu l'attacco alle torri gemelle.
A livello grafico e soprattutto sul giornaliero non sono intervenute novità di rilievo se non quella di confermare  la fragile situazione dei mercati;   come già mostrato nei post precedenti, i grafici settimanali presentano ancora situazioni di relativa positività e  nel caso del nostro indice principale , siamo ingabbiati da fine del mese di maggio in un trading range compreso fra 21000 e 18000 e fino a che non si abbandoneranno , in un senso o nell'altro questi valori, ritengo che sia consigliabile restare fermi parcheggiando la propria liquidità in strumenti di breve termine oppure ricorrere ai sempreverdi piani di accumulo in fondi o etf o limitarsi a sole operazioni intraday sull'azionario in attesa di maggiore chiarezza.

domenica 4 luglio 2010

MERCATI IN IPERVENDUTO MA LE INCOGNITE E I TIMORI PERMANGONO .

Mercati azionari oramai molto vicini ai minimi  dell'anno e delusi dai dati relativi ai nuovi posti di lavoro di venerdì in America ;  fonte di crescente preoccupazione rimane  la crescita globale che in alcuni paesi trainanti come la Cina mostra segnali di rallentamento. E' rientrato lo stato ansiogeno  derivante dalla scadenza dei finanziamenti della BCE alle banche con il buon esito delle aste di rifinanziamento e ciò ha contribuito a stemperare le tensioni sui debiti sovrani e sullo stato di salute delle banche; dall'altra parte, però, sono sempre in aumento i depositi presso la BCE da parte delle banche che preferiscono accontentarsi di un tasso basso piuttosto che utilizzarli per finanziare le imprese nel timore che la crisi possa pregiudicare il loro investimento. 
Le banche hanno un valido alleato nella BCE che ha esteso la sua offerta   di liquidità illimitata per altri tre mesi  e ha riconfermato la propria intenzione di procedere nell'acquisto dei titoli di stato per allentare le tensioni sul mercato valutario e per combattere la crisi del debito; l'intervento della Bce è un ancora di salvezza per tutte quelle banche che avevano investito in titoli sovrani e che stanno inesorabilmente perdendo valore. 
Dal punto di vista grafico la perdita dei 19500 ha inevitabilmente compromesso l'ipotesi che si sarebbe trattato di una normale correzione; l'ultimo baluardo sul grafico giornaliero è rimasto il livello posto a 18500, livello già testato a fine maggio ed inizio giugno; la perdita di tale livello renderebbe il quadro tecnico  pesantemente negativo in quanto  corrisponde sul grafico settimanale alla parte inferiore della cloud e in questo caso il grafico settimanale non farebbe altro che confermare la debolezza dell'indice.Diversa invece la situazione del Dax che seppur avendo rotto la cloud sul giornaliero resta ancora lontana dai minimi di maggio e ha un quadro tecnico sul grafico settimanale ampiamente tranquillizzante; anche i principali indici americani presentano quadri tecnici negativi sui grafici giornalieri mentre in quelli settimanali si sono poggiati sulla parte superiore della cloud e quindi in potenziale posizione per un rimbalzo. 
La settimana inizia con la chiusura di Wall Street per la festa dell'Indipendence Day e pochi  dati macro;  sicuramente il più importante sarà quello relativo agli  initial jobless claims poichè i dati relativi ai nuovi posti di lavoro e alla disoccupazione non sono stati così negativi da avvalorare la tesi del double dip(termine alquanto vago con il quale si intende sia mancanza di crescita che un semplice rallentamento dell'economia) , nè così buoni da avvalorare la tesi di una crescita sostenuta. Gli initials claims cioè le richieste di sussidi di disoccupazione sono importanti poichè in questa fase tutto ciò che concerne l'occupazione è seguito con attenzione  dai mercati soprattutto se le richieste,in una direzione o nell'altra, si allontaneranno dal livello medio dei 400.000.