sabato 5 gennaio 2008

BILANCIO SETTIMANALE NEGATIVO.



Riprendo a scrivere sul post dopo la pausa natalizia e oltre ad augurare a tutti di aver trascorso bene le festività, mi auguro di poter essere all'altezza del mercato e di poter chiudere un anno con risultati positivi. La prime tre giornate del nuovo anno si chiudono con un bilancio negativo(a questo proposito sono molto eloquenti i grafici settimanali) e a parte l'endemica debolezza del nostro mercato, la flessione ha interessato un po tutti i mercati mondiali. L'indice SPmib40 è ormai prossimo ai minimi di novembre scorso e chiude la settimana con un ripiegamento del 2,86% in linea con gli altri principali mercati europei. I minimi di novembre sono un livello da monitorare e una discesa al disotto dello stesso rischierebbe di portare il mercato in prossimità dei 35000, con valore intermedio i 36800. Per quanto concerne il il Mibtel, le quotazioni si sono portate già al disotto dei minimi di novembre e una discesa sotto i 28200 porterebbe l'indice sui minimi dell'estate di due anni fa a 26500.
Le motivazioni della debolezza sono ampiamente sottolineate nelle pagine dei giornali e in genere sono fra gli argomenti fondamentali dei principali telegiornali; ma senza scomodare economisti di rango ci rendiamo conto giorno dopo giorno che la fase che stiamo vivendo non è sicuramente fra le migliori; i continui aumenti colpiscono indiscriminatamente tutto ciò che ci permette di vivere una vita dignitosa a partire dai generi alimentari e in genere tutto ciò che ha un rapporto diretto con l'energia; con l'aumento dell'inflazione che sentiamo in maniera maggiore rispetto alle cifre che ci vengono proposte il potere d'acquisto degli stipendi diventa sempre più basso; le politiche economiche fin qui adottate hanno fittiziamente mirato al risanamento dei conti pubblici ma nel frattempo le finanze personali sono state completamente stravolte; la pazzia di voler utilizzare il granturco come biocarburante e arrivare a coprire il 20% dei combustibili per motore con fonti biologiche entro il 2020 rischia di mettere in serie difficoltà proprio le famiglie più povere e sinceramente pensare che il prezzo del grano e del mais possa essere legato a quello del petrolio apre degli scenari veramente sconcertanti per la popolazione mondiale.
Tornando ai possibili scenari per la prossima settiman, ritengo che considerata la fragilità del quadro non siano da escludere ulteriori flessioni e quindi la prudenza sarà la parolo d'ordine; è consigliabile restare fuori dal mercato in attesa di capire l'evoluzione del mercato nelle prossime settimane.

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