domenica 8 marzo 2009

IL RISCHIO DI UN FORTE RIMBALZO SEMBRA MAGGIORE DI QUELLO DI UN FORTE ULTERIORE CROLLO.





Lo sprint finale di venerdì ha evitato un altra chiusura catastrofica; la crisi è molto seria e le notizie incontrollate che si susseguono, non danno tregua ai mercati mondiali; si passa dal default di un paese dell'est europeo al fallimento annunciato di qualche banca europea, dall'allargamento dello spread dei titoli di stato tedeschi rispetto a quelli dei paesi più deboli al prodotto strutturato di JP Morgan che pone l'Italia fra i paesi a più alto rischio di default rispetto a quelli presi in considerazione : tutto rende l'atmosfera ancora più pesante abortendo di fatto ogni debole tentativo di rimbalzo. La smentita da parte di JP Morgan è arrivata nel pomeriggio di venerdì e ha pure invitato la Consob ad indagare su quei rumors senza controllo; la banca d’affari ha infatti riferito di non aver pubblicato alcun report sul debito nel quale si facesse riferimento ad un potenziale rischio di insolvenza per l’Italia, ma ormai il clima era diventato troppo teso e il nostro mercato ha sofferto in maniera pesante rispetto agli altri listini europei.
Più che la quantificazione della percentuale di discesa che il mercato è destinato a fare, l'attenzione da parte degli investitori e in particolare da parte di chi è riuscito a passare indenne questa fase drammatica ricorrendo ai titoli di stato o alla liquidità, è tesa a carpire i segnali di possibile inversione del mercato per poter quanto meno beneficiare del rimbalzo che , nonostante il forte ipervenduto, non accenna per ora a concretizzarsi. E' facilmente comprensibile che il fondo non si toccherà fino a quando i titoli finanziari non inizieranno a partecipare in maniera compatta ai rimbalzi e fino a quando non ci sarà un declino costante delle cattive notizie macro; il calo continuo sta decisamente portando su livelli interessanti molti titoli e per chi non ha optato per un piano d'accumulo in Etf, è arrivato il momento di guardarsi intorno per prendere in considerazione la possibilità di un entrata sul mercato azionario , ovviamente con una parte modesta del proprio capitale. Sembra essere ormai giunti ad un punto dove il rischio di un forte rimbalzo sia maggiore rispetto a quello di un forte crollo.

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