domenica 22 febbraio 2009

MERCATI AI LIVELLI DEL 1997 .








Continua la persistente e costante pressione ribassista sui mercati mondiali; i risparmiatori sono con il fiato sospeso e sperano che le strategie anti crisi messe in atto a livello globale inizino a dare i primi segnali di miglioramento; ormai la parola rimbalzo sta scomparendo dal lessico generale e un pessimismo catastrofista ha preso il suo posto; i timori, spesso non manifestati, di un avvitamento generale del sistema che decreterebbe la fine definitiva del capitalismo, si affacciano sempre più nella mente del cittadino che si sente poco sicuro delle banche, poco sicuro degli stati e con i tassi d'interesse ai minimi, non sa come barcamenarsi per salvaguardare il sudato risparmio. E' ormai chiaro che ci troviamo di fronte ad una crisi dai connotati assolutamente nuovi rispetto a quelle che hanno sempre caratterizzato le economie mondiali a partire dalla grande crisi del '29 e di quelle succedutesi negli anni successivi alla seconda guerra mondiale. La gravità della situazione si riscontra nei grafici del mercato azionario che sono ormai ritornati ai livelli del 1997; i grafici mensili allegati mostrano ormai i principali indici americani, ad eccezione del mercati tecnologici, a ridosso dei supporti di medio termine e seppur all'orizzonte non si intraveda alcuna nota positiva, fino a quando questi supporti non verranno decisamente violati, c'è la legittima aspettativa di una possibile fase di consolidamento in attesa che si realizzino le condizioni per un rimbalzo; salta agli occhi dalla visione dei grafici che , ad eccezione del nostro Mibtel, i principali indici americani sono nell'area che fece da supporto al movimento ribassista iniziato nel 2000 e conclusosi appunto nel 2003; vedremo se anche in questo caso, la storia si ripeterà . Il clima di sfiducia generale che si è venuto diffondendo è comprensibile e condivisibile allorchè il sistema bancario, deputato alla salvaguardia e alla consulenza del risparmio dei propri clienti , ha mostrato la sua fragilità e tutte le sue incongruenze; ma è quando si parla di intervento pubblico per sostenere il sistema bancario che il cittadino medio fa un semplice ragionamento: deposito i soldi in banca con la consapevolezza di trovare risposte concrete all'allocazione del risparmio, e in primis la sicurezza, confidando nella solidità dell'istituto bancario, e quando queste peculiarità iniziano a vacillare allora lo sconforto e il disorientamento prevalgono su ogni cosa; non ci sono dubbi che il sistema di garanzie e il modello di fare banca dovrà essere radicalmente modificato e le speranze sono per un cittadino che una buona volta sia accolto come cliente con la "C" maiuscola, a prescindere dalla sue potenzialità finanziarie , e non come un pollo da spennare.

venerdì 20 febbraio 2009

INDICI AMERICANI: IN TENSIONE I SUPPORTI DI MEDIO TERMINE.



lunedì 16 febbraio 2009

GRAFICI MENSILI DOW, NASDAQ C. E SP500: I SUPPORTI DI MEDIO TERMINE REGGONO .



domenica 15 febbraio 2009

E' DIFFUSA ORMAI LA CONVINZIONE CHE LA RECESSIONE NON FINIRA' NEL 2009.





La settimana appena conclusa è stata caratterizzata da un forte scetticismo sull'efficacia del piano messo a punto dal governo americano per risolvere o quanto meno mitigare gli effetti della forte crisi economica; il Presidente Obama si appresta domani a firmare il piano di stimoli da 787 miliardi di dollari e sarà chiamato a darne maggiori dettagli; le borse intanto non riescono a trovare appigli concreti per poter imbastire un serio tentativo di rimbalzo che quanto meno li possa allontanare dai minimi di novembre scorso,ormai sempre più vicini. Anche se nel complesso si registra un lieve miglioramento delle condizioni monetarie e del credito, i timori principali riguardano i dubbi circa la durata della recessione e c'è chi è sempre più convinto, che data la severità della situazione economica mondiale, possa imperversare durante tutto il 2009.
Dal punto di vista grafico i principali indici europei stanno disegnando dei triangoli che non danno molti elementi di certezza; molti sono i dubbi circa il loro inserimento tra le figure di continuazione o di inversione; nella maggior parte dei casi, rappresentano una fase di consolidamento e costituiscono, quindi, la base per la continuazione del trend principale.

E' DIFFUSA ORMAI LA CONVINZIONE CHE LA RECESSIONE NON FINIRA' NEL 2009.

martedì 10 febbraio 2009

I MERCATI BOCCIANO IL PIANO DI SOSTEGNO PRESENTATO DA GEITHNER.

Non sembra convincere i mercati il piano di sostegno(Financial Stability Plan) appena presentato dal segretario al tesoro, Geithner e già approvato dal Senato; tutti gli indici sono in caduta libera trascinati dai titoli bancari; il Tesoro si appresta alla creazione di un fondo pubblico-privato, e non la cosiddetta "bad bank" e forse proprio questo è il motivo della delusione da parte del mercato; il fondo parte con una capacità iniziale di 500 miliardi che potrà salire fino a 1000 miliardi e prevede nuovi fondi da destinare alle banche, con relative limitazioni sulla distribuzione dei dividendi, buy back e acquisizioni. Altri fondi vanno ad aiutare le famiglie colpite da procedimenti di escussione della garanzia (spesso l'abitazione) sui debiti, e infine una parte consistente verrà destinata al riacquisto di asset tossici dalle banche. Il piano non ha fatto alcuna menzione della sospensione temporanea della regola contabile che prevede la valorizzazione degli asset "mark to market" e che avrebbe consentito l'acquisto a prezzi più bassi dei cosiddetti asset tossici. Senza mezzi termini il segretario ha affermato che il piano costerà, sarà rischioso e richiederà tempo, ma di questo ne sono ormai tutti coscienti vista la gravità della situazione. E proprio in considerazione di ciò che ci si aspettava molto di più dall'intervento governativo; il timore degli investitori è che il piano non sia sufficiente per rilanciare il credito ; senza ombra di dubbio il mercato avrebbe preferito la "bad bank", che forse avrebbe consentito di stabilizzare il mercato finanziario e incoraggiato le banche a ritornare ad erogare prestiti alle aziende, mitigando così il credit crunch che da molti mesi sta mettendo in seria difficoltà l'economia.

domenica 8 febbraio 2009

A2A: ANALISI GRAFICA.


A2A è in un trading range che ormai si protrae dal mese di dicembre scorso; nelle ultime sedute le quotazioni hanno fallito il superamento della parte alta di quel trading range che appunto si colloca fra 1,2 e 1,45; la nota positiva è il superamento della cloud che in linea teorica renderebbe il titolo interessante per eventuali operazioni di acquisto; purtuttavia, la persistente lateralità, unita al deteriorato contesto generale dei mercati, lasciano alquanto perplessi chi è abituato ad operare con titoli che presentano un trend ben definito; in linea teorica un ritorno ad 1,37 rappresenterebbe un buon livello di entrata con un eventuale stop loss da collocare al disotto di 1,33. Va comunque sottolineato che lo stazionamento al disopra della cloud, da interpretare come un consolidamento in attesa di un allungo, consentirebbe un eventuale entrata al disopra di 1,53 con lo stop loss che a questo punto sarebbe logico collocare sotto il livello di 1,5.

LA SETTIMANA SARA' INFLUENZATA DALLE DECISIONI DI WASHINGTON.



Gli occhi degli investitori saranno puntati su Washington e sui due appuntamenti più importanti in agenda: in particolare le modalità di utilizzo dei residui 350 miliardi del piano di salvataggio del sistema finanziario( la cosiddetta TARP, cioè il Troubled Asset Relief Program) che il segretario di stato Tim Geithner illustrerà lunedì pomeriggio e il piano di stimoli economici da 900 miliardi al vaglio del Senato. La TARP dovrebbe prevedere il ricorso a nuovi finanziamenti alle banche e alla creazione della bad bank, cioè una banca che rileverebbe tutte gli asset tossici escludendoli quindi dal bilancio; ciò permetterebbe alle banche di poter nuovamente finanziare l'economia. Una delle critiche più aspre all'amministrazione Bush ha riguardato proprio l'eccessiva valutazione dei cosiddetti asset tossici e fra le ipotesi ci sarebbe quella di sospendere la regola contabile che prevede la valorizzazione degli asset a valori "mark to market", consentendo così al governo di acquistarli ad un prezzo decisamente più basso. E' a questo riguardo molto probabile che a Obama non basteranno i 350 miliardi rimasti per poter risanare il sistema finanziario e che si accingerà a chiedere cifre che andranno vicino ai mille miliardi di dollari; si può affermare che non sarà una settimana tranquilla per il Presidente in carica e che non sarà facile trovare il consenso in senato dei repubblicani e non è da escludere che non troverà neppure quello di tutti i democratici.
In attesa degli eventi da oltre oceano, c'è da sottolineare che dal punto di vista grafico, il superamento dell'entry level dell'1-2-3 low di Joe Ross a 18.500, consentirebbe un allungo che però dovrà fare i conti con la cloud, il cui primo livello di resistenza è al momento posto a circa 19200. Per quanto concerne il dax, invece, l'entry level dell'1-2-3 di Joe Ross era posizionata a circa 4540 , superato nella sessione di venerdì.