Anche la terza settimana consecutiva si chiude in negativo con il Ftsie Mib in perdita di circa il 3%; medesimo scenario sui principali mercati europei ed americani, nonostante le trimestrali continuino ad essere migliori di quanto prevedessero gli analisti; la crescente disoccupazione a livello mondiale rappresenta un freno al risanamento dell'economia ; ma non sono le sole problematiche economiche e finanziarie a pesare sul sentiment degli investitori; ci sono anche quelle legate alle difficile scelte che la politica è chiamata a fare per mitigare gli effetti di una crisi che lascerà un segno indelebile su molte fascie del tessuto sociale ed economico. La fase particolarmente negativa dell'economia in Grecia, Spagna e Portogallo contribuisce ad innervosire gli investitori che temono l'eventualità di un default dei debiti sovrani. Non ci sono dubbi che ci sia qualcosa che non va nei mercati; in apertura, di contrattazioni, c'è il solito tentativo di rimbalzo che inesorabilmente scema durante la giornata per poi approdare ad una chiusura negativa e in molti casi anche fortemente negativa; lo scarso interesse agli acquisti scoraggia il toro e non c'è al momento nessun elemento catalizzatore in grado di di dare una svolta rialzista. Dal punto di vista tecnico, il nostro indice principale ha , per il momento, brillantemente superato il test della media mobile a 200 periodi, sforandola nella giornata di venerdì ma chiudendo abbondandemente sopra; è un momento cruciale nel breve anche se il grafico settimanale lascia ancora qualche speranza; tuttavia se non si assisterà ad un rimbalzo convincente, c'è il rischio concreto di un periodo di forti vendite con un ritracciamento che probabilmente potrà anche superare il 10-20%. Il grafico settimanale indica come supporto importante quello posto a circa 21.000 punti.
domenica 31 gennaio 2010
mercoledì 27 gennaio 2010
NOURIEL ROUBINI: LA BOLLA AZIONARIA E' ORAMAI IN ATTO.
Il presidente francese Nicolas Sarkozy aprirà oggi la quarantesima edizione del Forum economico mondiale a Davos, in Svizzera; al centro dei dibattiti ci saranno i progetti di riforma del settore finanziario. Fra i 2.500 dirigenti di grandi imprese e politici di spicco, tra cui trenta capi di Stato e di governo c'è anche l'economista turco Nouriel Roubini , docente alla New York University, che in un intervista alla Cnbc ha ribadito la gravità della situazione economica ammettendo che il ritiro degli stimoli economici e una politica monetaria restrittiva rischierebbero di rimandare in recessione le economie globali; sono delle scelte di politica monetaria molto difficili da realizzare per il futuro, ma l'economista è dell'avviso che qualcosa vada fatto poichè oramai la bolla azionaria è cominciata ed è globale; per quanto riguarda l'Asia e la Cina i prezzi degli immobili stanno salendo troppo in fretta e quelli delle azioni sono già troppo alti in relazione ai price earnings. La Cina dovrebbe mettere in campo delle riforme capaci di stimolare i consumi interni ma d'altro canto Roubini non ritiene che la Cina sia in grado di rappresentare il volano della rinascita economica mondiale ed è per questa ragione che l'economista ritiene che la ripresa sarà anemica .Per quanto riguarda il mercato azionario, è dell'avviso che il rallentamento della crescita delle economie mondiali farà calare i prezzi dei titoli azionari ma che non toccheranno i minimi di marzo scorso.
martedì 26 gennaio 2010
IL RIMBALZO E' ORAMAI PROSSIMO. LA SITUAZIONE GRAFICA DEI PRINCIPALI INDICI EUROPEI NON E' ANCORA COMPROMESSA.
La chiusura di venerdì scorso dell'indice Ftsie Mib, a contatto del supporto senkou span A, faceva presagire la possibilità di un rimbalzo che poi non si è verificato; e la discesa sotto la cloud di ieri sembrava oramai compromettere la possibilità di un rimbalzo ,rendendo concreta la possibilità di un affondo fin sopra la media mobile a 200 periodi a circa 21500. Ma i principali indici europei ed americani presentano una situazione molto meno allarmante, senza particolari tensioni, e in alcuni casi come per esempio il Nasdaq, l'indice è ancora lontano dalla cloud e in caso di rimbalzo, non hanno grossi ostacoli da sormontare ,mentre per il nostro indice , la prima resistenza si pone già a 22560.
La settimana sarà caratterizzata oltre che dalle trimestrali anche dal dato relativo al prodotto interno lordo che sarà diffuso nella giornata di venerdì; le attese sono per una crescita del 4-5%.
IL MERCATO TORO E' FINITO??
Le banche cinesi hanno erogato finanziamenti per circa 1,45 trilioni di yuan corrispondenti a circa 212 miliardi di dollari nei primi 19 giorno del nuovo anno e ciò dimostra che non è facile far rallentare la forte crescita del credito; ma la Cina ci prova alzando i ratio patrimoniali delle banche, una manovra che diminuendo di fatto l'erogazione dei finanziamenti, potrebbe determinare un rallentamento dell'economia che nel 2009 è cresciuta del 10,7% ; i movimenti schizofrenici sull'euro, che ha iniziato ad indebolirsi a favore del dollaro,ha avuto come prima conseguenza il calo dei prezzi delle materie prime, rendendole più care agli acquirenti al di fuori dell'area dollaro e ha inoltre accellerato le prese di beneficio sui titoli legati alle materie prime. Ma il rafforzamento del dollaro potrebbe anche essere la diretta causa della chiusura di posizioni di carry trade che hanno finora inondato i mercati azionari di liquidità; e le ultime invettive di Obama che annuncia una tassa al sistema bancario e una limitazione alle operazioni di trading , avrebbe un effetto deleterio proprio sulla componente di bilancio che ha permesso alle banche di chiudere bilanci in positivo rispetto ai mesi precedenti. Le voci su una mancata conferma di Bernanke, fautore di una politica monetaria espansiva, e il divieto di utilizzare la liquidità per operazioni di trading ma solo ed esclusivamente per finanziare l'economia, priverebbe di fatto le banche di una componente utile a realizzare profitti. I timori di un rallentamento dell'economia cinese , una diminuzione della liquidità frutto di una politica monetaria restrittiva e il timore di un aumento repentino dei tassi d'interesse per poter finanziare le montagne di debito pubblico, rappresentano una minaccia per i mercati mondiali.
domenica 17 gennaio 2010
TROPPE DIVERGENZE RIBASSISTE SUI PRINCIPALI INDICI.
L'osservazione contemporanea dei prezzi e degli oscillatori è determinante per poter cogliere eventuali anomalie fra l'andamento del prezzo e lo stato dell'oscillatore; l'andamento discordante dei prezzi e dell'oscillatore e cioè lo sfasamento dei due rappresenta una divergenza: a massimi crescenti dei prezzi corrispondono massimi decrescenti dell'oscillatore ; si tratta di una divergenza ribassista che indica in molti casi situazioni di potenziale debolezza. E sono proprio le divergenze ribassiste gli elementi che spiccano sul grafico dei principali indici mondiali ; e in alcuni casi, ad aggravare la situazione grafica, gli indici hanno rotto anche i recenti minimi relativi, creando così i preupposti per un inversione dei corsi; si tratta ovviamente di primi segnali di un deterioramento generale della situazione grafica che necessitano di conferme nei prossimi giorni; l'analisi quotidiana dei mercati non sembra voler indicare l'inizio di una fase di ritracciamento profonda; il mercato italiano perennemente tra i più deboli riesce in ogni occasione a respingere ogni assalto dei ribassisti; ma i campanelli d'allarme non devono essere sottostimati; la volatilità bassa e l'eccessiva euforia possono indurre ad abbassare le difese e sconvolgere le strategie di investimento le più prudenti. Ma chiudere le posizioni in maniera indiscriminata sarebbe un errore madornale; si consiglia l'utilizzo di stop stretti e liquidità sufficiente per poter sfruttare eventuali opportunità di acquisto.
venerdì 15 gennaio 2010
CHART OF THE DAY: ANALISI DEL RALLY ATTUALE DELL'INDICE DOW.
Il grafico riporta i più importanti rally dei mercati degli ultimi 110 anni; ogni puntino sul grafico corrisponde ad un rally del mercato e consente così di inquadrare la durata e la qualità del rally attuale in relazione a quanto è accaduto nel passato. I rally messi a segno dal Dow negli ultimi 110 anni sono 27 e cioè in media uno ogni quattro anni; la maggior parte dei rally del passato(il 73%) ha registrato guadagni medi dal 30 al 150% ed è durato dai 200 agli 800 giorni; il grafico mostra in maniera inequivocabile che il rally attuale del Dow va inserito nella parte bassa del range sia per durata che per intensità.
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