sabato 31 gennaio 2009

ANCORA VENDITE DIFFUSE SUI PRINCIPALI LISTINI.

Il dato relativo al prodotto interno lordo americano, migliore delle aspettative, sembrava poter dare slancio all'ultima sessione della settimana, ma così non è stato; un calo del pil nell'ultimo trimestre dell'anno del 3,8% rispetto ad una previsione del 5,5%, a prima vista, è stata una sorpresa positiva in quanto delinea una contrazione dell'economia meno profonda di quanto la maggior parte degli economisti si aspettavano; va ricordato a proposito che il dato è una stima preliminare che sarà soggetto a due revisioni a fine febbraio e a fine marzo quando il dipartimento del commercio disporrà di informazioni più complete; non è da escludere quindi che si possa arrivare ad un risultato peggiorativo. Il dato, tuttavia, offre, poche speranze per le prospettive economiche di medio termine; i consumi personali ,calati del 3,5% nell'ultimo trimestre, hanno sottratto circa due punti e mezzo al Pil, senza dimenticare che il trimestre precedente il calo fu del 3,8%. Cali di questo genere sono molto rari e si ritrovano solo nei primi anni ottanta quando l'economia entrò in una recessione profonda ma di breve durata; durante i primi anni ottanta però i consumi si ridussero in un solo trimestre e si limitarono ad una contrazione del 3%; nella recessione del 199o-91 invece le spese diminuirono in due trimestri successivi del 2,8% e dell'1,7% e durante la recessione del 2001 invece i consumi non diminuirono neppure in un trimestre; questa breve parentesi storica mette bene in evidenza la severità della situazione economica attuale. Non va infine sottovalutato l'aumento delle scorte che ha aggiunto al pil circa l'1,3%; un aumento delle scorte nel bel mezzo di una crisi epocale, una crisi che vede il consumatore spendere sempre meno, non può essere interpretato in maniera positiva in quanto è molto probabile aspettarsi una diminuzione della produzione da parte delle aziende che trovandosi di fronte ad domanda sempre più debole da parte del consumatore , finiranno per attingere dalle scorte piuttosto che aumentare la produzione. Un ulteriore elemento di inquietudine riguarda il calo degli investimenti da parte delle aziende: la riluttanza ad effettuare investimenti in un ambiente recessivo ha portato al crollo delle spese in conto capitale, che rappresentano uno dei pilastri dell'attività economica; ciò che impressiona anche in questo caso è l'entità del declino che nell'ultimo trimestre dell'anno ha raggiunto il 19,1%.
Da tutti questi elementi si deduce che dal dato sul Pil tutto sommato migliore delle aspettative, non ci sono elementi che permettano di intravedere un cambiamento delle prospettive economiche per l'anno in corso; anche se ci sarà un rallentamento del deterioramento generale dell'economia, la fallimentare situazione del sistema bancario e le grandi incertezze legate al mondo del lavoro con annunci di tagli di personale ormai ogni giorno(100.000 nella settimana appena conclusa) , non lasciano intravedere all'orizzonte alcun cambio di rotta.

Nessun commento: