Nonostante gli innumerevoli tentativi di lasciare alle spalle quota 1,51 sembra che il declino del dollaro possa essere giunto alla fine; le crescenti preoccupazioni sulla situazione economica che non finisce di offrire situazioni allarmanti(vedi Dubai World e la situazione del debito greco) e il diffuso scetticismo sulle sorti del mercato azionario stanno riconsegnando al dollaro la sua funzione di moneta rifugio.
Come era prevedibile il rafforzamento del dollaro ha avuto un impatto negativo sulle azioni e sulle materie prime e se le incertezze dovessero aumentare è ovvio attendersi un ritorno al dollaro e ai titoli di stato; vanno in questa direzione le decisioni dell'agenzia internazionale Standard & Poor's di abbassare il rating sul debito della Grecia e di aver rivisto l'outlook della Spagna da stabile a negativo anche se confermando allo stesso tempo il rating AA+(mentre Moody's conferma il rating AAA e l'outlook stabile); non si escludono revisioni anche per l'America e l'Inghilterra .
Non tranquillizza poi la crisi a Dubai dove la rinegoziazione del debito potrebbe anche includere la vendita degli innumerevoli asset che l'Emirato possiede in Europa. A peggiorare la situazione c'è un’altra società statale dell’emirato di Dubai che finisce sotto pressione a causa delle difficoltà del conglomerato Dubai World a onorare i suoi debiti. Si tratta di un gruppo coperto da garanzie pubbliche: la Dubai Electricity and Water Authority, l’unica società fornitrice di servizi multiutility nell’emirato
Se l'economia dovesse poi alla fin fine rilevarsi migliore di quanto si aspetti, un dollaro forte anticiperebbe un prossimo intervento della Fed sui tassi.
Dal punto di vista tecnico , l'indice più rappresentativo del mercato americano non presenta novità di rilievo; resta ancora saldamente nel trading range 1085-1110 e complice l'avvicinarsi delle festività non è da escludere che possa continuare a restarci.
Come era prevedibile il rafforzamento del dollaro ha avuto un impatto negativo sulle azioni e sulle materie prime e se le incertezze dovessero aumentare è ovvio attendersi un ritorno al dollaro e ai titoli di stato; vanno in questa direzione le decisioni dell'agenzia internazionale Standard & Poor's di abbassare il rating sul debito della Grecia e di aver rivisto l'outlook della Spagna da stabile a negativo anche se confermando allo stesso tempo il rating AA+(mentre Moody's conferma il rating AAA e l'outlook stabile); non si escludono revisioni anche per l'America e l'Inghilterra .
Non tranquillizza poi la crisi a Dubai dove la rinegoziazione del debito potrebbe anche includere la vendita degli innumerevoli asset che l'Emirato possiede in Europa. A peggiorare la situazione c'è un’altra società statale dell’emirato di Dubai che finisce sotto pressione a causa delle difficoltà del conglomerato Dubai World a onorare i suoi debiti. Si tratta di un gruppo coperto da garanzie pubbliche: la Dubai Electricity and Water Authority, l’unica società fornitrice di servizi multiutility nell’emirato
Se l'economia dovesse poi alla fin fine rilevarsi migliore di quanto si aspetti, un dollaro forte anticiperebbe un prossimo intervento della Fed sui tassi.
Dal punto di vista tecnico , l'indice più rappresentativo del mercato americano non presenta novità di rilievo; resta ancora saldamente nel trading range 1085-1110 e complice l'avvicinarsi delle festività non è da escludere che possa continuare a restarci.
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