giovedì 25 febbraio 2010

IL CIRCOLO VIZIOSO DEI CREDIT DEFAULT SWAP.


A settembre dell'anno scorso la Markit Group, società di Londra specializzata in servizi legati all'informazione finanziaria, ha introdotto l'itraxx Sovx western Europe index legato proprio ai credit default swap dell'europa occidentale; l'indice comprende i 15 cds maggiormente scambiati ed include anche quelli legati alla Grecia, Portogallo e Spagna. Quando sono diventate di pubblico dominio le disastrate condizioni finanziarie della Grecia  e degli altri paesi dell'unione, dovute  principalmente ad un deficit difficilmente sostenibile e sempre più oggetto di interesse da parte dei speculatori in cerca di guadagni , questi prodotti hanno assunto un ruolo sempre più importante ; a febbraio la domanda di cds ha raggiunto la cifra di 109 miliardi di dollari, circa il doppio rispetto al mese precedente; tanto da influire in maniera determinante sulle scelte d'investimento ;  quanto  più aumentano le difficoltà della Grecia e nel futuro chissà a chi toccherà(l'Italia ha un quarto dell'intero debito europeo coi i suoi 1800 miliardi di euro di debiti) , tanto più le banche ricorrono all'investimento in  Cds determinando così un aumento del costo per assicurarsi da un eventuale default del debito ; ma l'aumento del costo dei cds spaventa gli investitori   e così diventa  sempre più difficile per quel Paese reperire fondi; per finanziare le proprie spese;  ovviamente ciò non fa altro che aumentare il clima di sfiducia e direttamente anche il costo dei cds: il circolo vizioso si perpetua; non è possibile sostenere che la crisi in cui versano alcuni stati europei(ma l'America non scherza in quanto a debiti) sia stata causata da questi strumenti finanziari ma sicuramente hanno contribuito a peggiorare la situazione; e se poi alcune operazioni di maquillage dei bilanci statali sono stati effettivamente messi in atto con il contributo delle banche allora i cds  rischiano di assumere per gli stati europei , lo stesso ruolo dei mutui subprime per le banche .

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