domenica 7 febbraio 2010

IL RIDIMENSIONAMENTO DELL'EURO E' UNA MANNA PER LE INDUSTRIE EUROPEE. IL MERCATO AZIONARIO CONTINUA LA FASE NEGATIVA.

Prima di investire in un titolo azionario od obbligazionario, c'è sempre il dubbio che i bilanci non rappresentino in toto lo stato di salute effettivo dell'azienda di cui si intende condividere i destini finanziari ; i   timori , fino a ieri , relativi alla solidità delle aziende quotate, si stanno diffondendo al debito pubblico sovrano ,specialmente dopo le difficoltà della Grecia che sembrano poter essere allo stesso modo riferite pure al Portogallo  e alla Spagna; non passa giorno senza che vengano diffusi  i  costi  dei CDS, i cosiddetti credit default swap, una sorta di polizza assicurativa per tutelarsi da un eventuale fallimento del debitore;   il piccolo risparmiatore,  mai come ora ,non ha  punti di riferimento precisi e rimane in balia delle poche e scarne informazioni che riesce a reperire sui giornali o dai mass media, che però sempre sembrano essere maggiormente interessati al gossip che ad un informazione  precisa e puntuale di quanto potrebbe  intaccare le tasche del cittadino ; è grave la latitanza  del servizio pubblico che offre pochi spazi informativi di approfondimento. Per quanto concerne l'Italia lo spread del nostro decennale rispetto al Bund tedesco è nettamente inferiore a quello della Spagna , del Portogallo ,dell'Irlanda e della Grecia che è arrivato oramai a circa 350 basis point;  il mercato sembra oramai assuefatto al nostro gigantesco debito pubblico ma sembra che la dinamica futura del nostro debito e del nostra deficit possa essere migliore degli altri paesi; fa un certo effetto sentir parlare di default per i paesi dell'area euro quando fino a qualche tempo fa era data per scontata la fine della recessione e la ripresa dell'economia; senza dubbio un ruolo da protagonista la fa la speculazione, che  in condizioni di estrema incertezza, trova il terreno ideale per arricchirsi ed amplificare i movimenti di fondo.
Per quanto concerne la parte tecnica , il Ftse Mib sembrava aver trovato supporto sulla media mobile a 200 periodi che poi è finita per soccombere alle spinte ribassiste che si sono abbattute sui mercati durante la settimana appena trascorsa; è  oramai inevitabile un approfondimento della discesa fino ai 20.000 punti anche se è più probabile assistere ad inizio settimana ad un rimbalzo favorito dalla netta inversione, poco prima della chiusura, dei mercati americani; l'hammer che si è formato venerdì sui principali indici americani necessita comunque di una conferma nei prossimi giorni .

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