giovedì 26 novembre 2009

IL DUBAI FA VACILLARE LE BORSE.


Quando il direttore del FMI ha affermato che più del 50% delle perdite bancarie sono nascoste nelle pieghe dei bilanci, chissà se aveva in mente la situazione che si è creata a Dubai, dove su un indebitamento totale dell'intera Dubai ammontante a circa 80 miliardi di dollari,    Dubai World ne conta circa 59 miliardi, poco distante da quei 69 miliardi che decretarono la bancarotta dell'Argentina. Per cercare di mettere ordine nell'ingente debito, il Dubai ha dato incarico a Deloitte di ristrutturare il debito; ma come era ipotizzabile ed inevitabile, le ripercussioni sui mercati  finanziari non sarebbero mancate. Il pensiero corre ai bond che hanno finanziato la crescita di Dubai e la paura cresce soprattutto per le banche   che fino a ieri erano assolutamente consapevoli che il Dubai fosse sufficientemente in grado di far fronte alla crisi globale e di onorare i debiti in scadenza. Infatti in Europa il settore bancario viene pesantemente penalizzato con una perdita del 3% e con ripercussioni maggiori soprattutto per le banche inglesi per ovvi timori di possibili perdite sui bond; ma anche la società stessa che gestisce il mercato azionario inglese ed anche quello italiano e cioè il London Stock Exchange, di cui il primo azionista è proprio l'emirato arabo seguito dal Qatar è in forte flessione.  Pesanti perdite anche per il settore auto, oggetto in questi ultimi anni di investimenti da parte di fondi del Qatar e di Abu Dhabi(in particolare Porsche e Daimler). Sul mercato italiano probabilmente le  società più esposte sono  Impregilo e Permasteelisa, ma sembra che quest'ultima accetti gli ordini solo in cambio di un significativo anticipo per cautelarsi da  un imprevista cancellazione degli stessi. 

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