La bolla azionaria del mercato cinese, ampiamente foraggiato da eccessiva liquidità, molto probabilmente finirà per scoppiare nei primi sei mesi del 2010, a causa dei timori per un inflazione che si rileverà maggiore di quanto previsto: è lo scenario ritenuto molto probabile da Jerry Lou, direttore di Morgan Stanley per il settore asiatico. Lou è dell'avviso che il processo di formazione della bolla non sia ancora finito e non esclude che l'indice Shangai Composite Index possa toccare un massimo sui 4000 punti (attualmente è a circa 3100 )poichè le banche continueranno a finanziare progetti iniziati quest'anno sulla scia del pacchetto di stimoli di 586 miliardi di dollari; ci sono poche probabilità che si possa assistere ad una riduzione dei finanziamenti per il prossimo anno e troppa liquidità finirà per innescare un processo inflattivo molto forte.
La Cina è intervenuta positivamente per mitigare gli effetti della crisi globale , investendo gli aiuti governativi in infrastrutture e in progetti diretti al welfare sociale, riancorando la sua valuta al dollaro americano per stimolare le esportazioni ; queste misure si sono rilevate efficaci tanto che le previsioni per l'economia cinese sono per una crescita che molto probabilmente supererà il 9% nel 2010 anche a costo di un peggioramento degli squilibri globali; non a caso si registra sia un aumento degli investimenti che dei risparmi e tutto ciò contribuisce all'aumento degli squilibri che rappresentano il nodo centrale dello sviluppo cinese.
Lou, infine, è dell'avviso che la Cina dovrebbe una volta per tutte consentire la rivalutazione della sua valuta, lo yuan, per poter ristrutturare la propria economia in tempi rapidi anche a costo della perdita di milioni di posti di lavoro.
La Cina è intervenuta positivamente per mitigare gli effetti della crisi globale , investendo gli aiuti governativi in infrastrutture e in progetti diretti al welfare sociale, riancorando la sua valuta al dollaro americano per stimolare le esportazioni ; queste misure si sono rilevate efficaci tanto che le previsioni per l'economia cinese sono per una crescita che molto probabilmente supererà il 9% nel 2010 anche a costo di un peggioramento degli squilibri globali; non a caso si registra sia un aumento degli investimenti che dei risparmi e tutto ciò contribuisce all'aumento degli squilibri che rappresentano il nodo centrale dello sviluppo cinese.
Lou, infine, è dell'avviso che la Cina dovrebbe una volta per tutte consentire la rivalutazione della sua valuta, lo yuan, per poter ristrutturare la propria economia in tempi rapidi anche a costo della perdita di milioni di posti di lavoro.
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