mercoledì 4 novembre 2009

ROUBINI HA PER L'ENNESIMA VOLTA RIBADITO CHE LA "MOTHER OF CARRY TRADES", PRIMA O POI, FINIRA' PER DETERMINARE UN FORTE RIDIMENSIONAMENTO DEL MERCATO AZIONARIO.

E' ormai da mesi che Roubini(economista alla   New York University e Presidente della RGE Monitor) mette in guardia dai rischi che i mercati corrono quando finirà il  carry trade. 
Gli investitori utilizzano  il  "carry trade" per indebitarsi  in paesi dove i tassi sono bassi e utilizzano quella liquidità per investire in paesi dove invece i tassi sono più alti oppure investono nelle borse mondiali; l'effetto che ne deriva sulla valuta utilizzata per il carry trade è principalmente un suo indebolimento; è il caso del dollaro che oramai da mesi è utilizzato quale valuta di indebitamento e molti sono dell'avviso che il rally del mercato azionario sia proprio da ascrivere alla forte liquidità proveneniente dal carry trade; secondo Roubini quando le condizioni di mercato(in primis l'aumento dei tassi)  determineranno la chiusura delle posizioni aperte grazie al carry trade, ci sarà un implosione globale dei mercati azionari.  
Roubini fa bene a sottolineare i rischi che inevitabilmente aumentano con il persistere dei tassi bassi, e che rimarranno tali ancora per parecchi mesi,  ma probabilmente tutto ciò che Roubini paventa, ha molta più probabilità di verificarsi fra qualche mese in quanto l'afflusso di liquidità verso alcuni settori è determinato principalmente dal miglioramento dei fondamentali. 
Senza ombra di dubbio  i mercati che più di tutti beneficeranno dal carry trade sono quelli delle economie emergenti ; e nell'ambito di una diversificazione settoriale dei propri investimenti, ritengo che quei paesi debbano essere ben rappresentati sia utilizzando gli etf o eventualmente i fondi comuni.

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